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Emergenza caro affitti: a Bari tanti studenti ma poche case

 
Barbara Minafra

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Barbara Minafra

Emergenza caro affitti: a Bari tanti studenti ma poche case

Non solo il mercato è sempre più eroso dal turismo mordi e fuggi dei B&B, che sottraggono posti alloggio, ma i prezzi in città restano alti con medie intorno ai 360 euro, utenze escluse, che spesso scoraggiano gli studenti a prender casa in città

Martedì 16 Luglio 2024, 12:25

BARI - Stesso numero di residenze universitarie e appena 2mila posti letto privati per i fuorisede. Non appena ricomincerà l’anno accademico, si ripresenteranno i problemi di sempre. Nonostante le continue proteste degli studenti, a Bari la situazione non è cambiata rispetto all’anno scorso e la conferma arriva dall’ultimo rapporto elaborato da «Scenari Immobiliari per Re.Uni», l’associazione fondata dai tre principali player nazionali del settore student housing, Camplus, CampusX (che ha una sede a Bari) e Joivy, a cui si è associata bedStudent.

Non solo il mercato è sempre più eroso dal turismo mordi e fuggi dei B&B, che sottraggono posti alloggio, ma i prezzi in città restano alti con medie intorno ai 360 euro, utenze escluse, che spesso scoraggiano gli studenti a prender casa in città.

A Bari sono 2000 i posti letto destinati agli universitari, il 2,3% dell’offerta nazionale, a fronte di circa 14.500 fuorisede, numero che corrisponde al 30,7% degli iscritti alle università baresi. Nonostante siano previsti 200 nuovi posti letto in nuove residenze pubbliche entro il 2027, l’offerta sia pubblica che privata è carente: rispetto ai 2.910 posti letto strutturati previsti dal Pnrr come benchmark per il 2024, ne mancano ancora 1.690.

Il rapporto «Lo student housing da mercato di nicchia a comparto maturo» di Scenari Immobiliari evidenzia che dei posti letto disponibili in città, il 61% è strutturato, il 30% è gestito e il 9% è offerto da enti religiosi. I posti letto gestiti dalle società che compongono Re.Uni sono 600 e coprono il 4,1% della domanda di studenti fuorisede.

Questo significa che investire sui posti letto per studenti potrebbe essere un affare. A livello nazionale il business degli alloggi è in crescita e occupa una fetta importante degli investimenti nel comparto residenziale, pari a circa il 45%.

«In Italia – dice Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, istituto indipendente di studi e ricerche sui mercati immobiliari e l’economia del territorio - il settore dello student housing si dimostra un asset class in forte evoluzione, con un alto potenziale di investimento e diversificazione a livello geografico. Inoltre, l’attuale divario tra l’offerta esistente e la crescente domanda sta creando una grande opportunità per gli investitori. L’attrattività del settore è confermata dal sempre più alto numero di sviluppatori, player e operatori di mercato».

Oltre a rappresentare un investimento alternativo, peraltro in grado di offrire rendimenti molto interessanti grazie a una domanda in costante aumento, un ulteriore incentivo arriva dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: «Questo investimento con fondi pubblici rappresenta un’ottima opportunità per i soggetti privati», dice Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari.

La misura prevede una convenzione con il pubblico. I privati che vorranno accedere alle risorse per realizzare le residenze universitarie, dovranno destinare una quota degli alloggi agli studenti nelle graduatorie per il diritto allo studio mentre per gli altri posti è prevista l’applicazione di una tariffa calmierata, applicando una riduzione rispetto ai corrispettivi medi di mercato.

Nel report emerge come oggi in Italia ci siano oltre 85.000 posti letto per studenti, con una crescente presenza di student housing gestite da operatori specializzati in linea con gli standard internazionali. Nei prossimi tre anni questo numero si incrementerà di circa 28.000 posti letto, con la maggior parte delle aperture di nuove strutture previste nel 2026, per arrivare a un’offerta che supererà le centomila unità entro il 2027. Dal momento che il numero degli studenti nelle università tradizionali è atteso stabile nel breve periodo (Bari però ha registrano un calo del 18,4% rispetto a dieci anni fa) e che la quantità di offerta di alloggi per studenti è prevista in crescita, si stima che il tasso di copertura possa raggiungere il 15% entro tre anni, limitando il divario nazionale con la media europea.

«Auspichiamo – dice Gennaro Cifinelli, coordinatore di Link Bari e consigliere nazionale degli studenti universitari - che da subito, con l’avvio dei lavori della nuova amministrazione cittadina, si riescano a dare delle risposte definitive ed efficaci a studenti e studentesse fuorisede e pendolari su problemi che denunciamo da tempo: dal diritto alla casa all’implementazione dei posti letto nelle residenze studentesche, dal caro-affitti su cui è necessario intervenire calmierando il mercato privato, questione che si lega a una diversa visione del turismo in città, a politiche del territorio a misura di giovani che non ci costringano a fuggire dal territorio, sperando di trovare altrove l’eldorado che qui non vediamo».

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