Sabato 06 Settembre 2025 | 11:30

Stangata tassa rifiuti a Bari: aumenti tra 20 e 50 euro

 
Francesco Petruzzelli

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Francesco Petruzzelli

tassa rifiuti

Adeguamento all’inflazione imposto da Arera. Congelato negli scorsi anni

Lunedì 08 Luglio 2024, 16:07

17:33

BARI - La decisione impopolare spetterà al Consiglio comunale uscente, ormai in scadenza e con le urne già chiuse: approvare gli aumenti che non faranno felici i contribuenti. Con rincari in media tra i 20 e i 50 euro che da ottobre compariranno nei primi avvisi di pagamento. Aumenti in vista a Bari per la tanto osteggiata «Tari».

Lunedì prossimo il Consiglio comunale voterà il nuovo piano economico-finanziario 2024-2025 e soprattutto le nuove tariffe della tassa dei rifiuti. Dopo alcuni anni di «pax tributaria» con gli importi rimasti pressoché inalterati, ecco il recupero «imposto» da Arera (l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) e pari al 13,3%. Si tratta della somma dei tassi di inflazione che l’autorità ha calcolato nell’ultimo biennio per i Comuni: il 4,5% nel 2023 e l’8,8% nel 2024 per rispondere alla crescita dell’inflazione iniziata dall’anno 2022 e che ha inevitabilmente portato un aumento generalizzato di beni, servizi e tassi di interesse e anche nel settore della raccolta e gestione dei rifiuti, già fiaccato dai rincari, poi rientrati, per l’energia.

E visto che Bari nel 2023 ha deciso di lasciare le tariffe inalterate, ecco la fase di «rientro» già da questa annualità. Annualità nelle quale al tributo Tari dovuto, oltre ad essere sommato il già previsto tributo provinciale per la tutela e la protezione ambientale (Tefa) determinato dalla Città Metropolitana di Bari nella misura del 4%, ci saranno le novità delle cosiddette «componenti perequative». Sono state introdotte dall’Arera dal primo gennaio scorso per assicurare la copertura di determinati costi non imputabili al tradizionale Pef: la prima componente è pari a 0,10 centesimi a utenza per la copertura dei costi per la gestione dei rifiuti accidentalmente pescati e dei rifiuti volontariamente raccolti e dei relativi costi di gestione; la seconda componente è pari a 1,50 euro a utenza per la copertura dei costi per la gestione dei rifiuti per eventuali eventi eccezionali e calamitosi.

Esempi Per quanto riguarda le tariffe, a Bari ci sarà una piccola riduzione per la parte fissa (quella determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio) e aumenti invece più consistenti per la parte variabile (quella rapportata alle quantità di rifiuti conferiti). E per notare i rincari basta fare qualche simulazione.
Per un’utenza domestica, ad esempio un nucleo familiare composto da 3 persone e residente in un’abitazione da 70 metri quadri, lo scorso anno il pagamento era di 327,04 euro; quest’anno quello stesso nucleo familiare pagherebbe 361,88 euro. In soldoni si tratterebbe di oltre 35 euro in più (se poi aggiungiamo anche 1,60 euro di addizionali comparative).

Attività economiche Aumenti in vista anche per le utenze non domestiche, quindi commerciali. Tra le 30 tipologie previste a livello nazionale, a Bari si contano 18mila e 956 utenze. Per un bar, pasticceria, caffetteria la quota variabile è salita a 17,07 euro al metro quadro rispetto ai 13,44 dello scorso anno mentre la quota fissa è scesa a 9,58 euro rispetto ai 10,76 del 2023. Per ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizze al taglio si passerà dai 16,91 euro di tariffa variabile 2023 ai 21,47 euro del 2024; per ristoranti, trattorie, pizzerie, osterie, pub da 13 a 15,51 euro per la quota variabile.
Insomma, aumenti legati anche all’aumento dei costi per l’ampliamento di alcuni servizi, come ad esempio l’estensione del sistema di raccolta porta a porta (arrivato da qualche mese anche nel IV Municipio e al Quartierino) ma che faranno storcere il naso. Da una parte la polemica politica, dall’altra quella dei cittadini che ogni giorno denunciano in tutti i modi strade sporche, cassonetti rotti e maleodoranti e tappeti di rifiuti.

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