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Bari, vertenza Baritech: l'azienda condannata a versare 10 mensilità a 50 lavoratori ricorrenti

 
Redazione online

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Vertenza Baritech, commissione Puglia: «Intervenga il Parlamento»

Dopo i licenziamenti comunicati a gennaio dello scorso anno. Cgil e Filctem Bari: sentenza innovativa, non si gioca con la vita di lavoratori e lavoratrici

Venerdì 05 Luglio 2024, 16:35

BARI - Soddisfazione dal segretario generale della Camera del Lavoro di Bari, Domenico Ficco, e dal segretario generale della Filctem Cgil metropolitana, Saverio Fraccalvieri, per la positiva conclusione a livello giudiziario del ricorso intentato da circa 50 lavoratori (degli oltre 150) della Baritech di Bari, dopo i licenziamenti comunicati a gennaio dello scorso anno.

Assistiti legalmente dagli avvocati Enzo Augusto e Bartolo Lorusso, «gli operai si sono rivolti al Tribunale del lavoro denunciando la nullità del licenziamento e il ristoro dei danni subiti» spiegano i dirigenti del sindacato. A distanza di meno di un anno dall’inizio della causa, il Giudice del Lavoro Vincenzo Maria Tedesco, dopo una approfondita istruttoria testimoniale, «ha accolto la domanda risarcitoria avanzata dai dipendenti, liquidando in favore degli stessi un importo pari a 10 mensilità di stipendio, a titolo di danno non patrimoniale da perdita di chance» affermano Ficco e Fraccalvieri.

Infatti pur ritenendo valido e legittimo il licenziamento legato alla cessazione dell’attività, il Giudice ha accolto le tesi difensive, ravvisando la violazione da parte della società del precetto civilistico di correttezza e buona fede.

«In sostanza la Baritech - ha affermato la sentenza - ha ingiustamente ingenerato nei lavoratori l’aspettativa di una continuità occupazionale nel sito produttivo, sistematicamente frustrata in quanto è stato acclarato che la società, nonostante le continue interlocuzione con i sindacati e le istituzioni, aveva già deciso di procedere alla sola vendita del capannone, senza dipendenti».

Una condotta che è stata testualmente qualificata come un «comportamento pluri-offensivo, avendo senza dubbio inciso anche sulla sfera giuridica individuale di ciascun istante». Di contro le legittime aspirazioni dei lavoratori sono state ritenute meritevoli di tutela sotto forma di risarcimento danni per perdita di chances lavorative considerato che «la chance di un’alternativa lavorativa c’era ed era proprio quella offerta dall’impresa che prospettava la prosecuzione della produzione del tessuto – non tessuto".

La Società è stata quindi condannata a corrispondere 10 mensilità procapite a ciascuno dei lavoratori ricorrenti. «La sentenza - concludono Ficco e Fraccalvieri - è sicuramente innovativa sul piano giurisprudenziale, e rappresenta la condanna di un comportamento aziendale scorretto e illecito e il giusto riconoscimento delle ragioni dei lavoratori e della bontà della loro lotta sostenuta dalla Cgil. Alcune imprese hanno smarrito il valore sociale del loro agire e giocano con la vita delle persone. Ci auguriamo che questa sentenza sia da monito. E' stata fatta giustizia ma è solo l'inizio. La dignità sarà definitivamente restituita ai quei lavoratori solo quando insieme riusciremo a dar loro una seria prospettiva occupazionale».

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