BARI - Sono in tre, ben coordinati e attenti a ogni dettaglio. Restano lì tutto il giorno, ogni giorno della settimana. In bici o correndo da un lato all’altro del parcheggio, perché tenere tutto sotto controllo non è poi così facile. Così i parcheggiatori abusivi sul molo San Nicola, nel cuore del lungomare di Bari, mandano avanti il loro piccolo regno. In tanti, nel corso degli anni, hanno subito graffi alle auto e tagli alle gomme delle ruote dopo dei secchi «no» alle loro richieste di denaro, così come tante segnalazioni si rincorrono su Internet.
Su Reddit Bari, la comunità online dove cittadini e turisti si scambiano informazioni, l’ultima risale a qualche settimana fa: «Anche voi avete avuto qualche rogna coi soliti arraffoni abusivi al parcheggio del Chiringuito, dove mi hanno estorto soldi con la scusa di essere armati? Nonostante abbia richiamato più volte l’attenzione delle autorità (vigili, carabinieri, etc.), nessuno hanno fatto nulla, come al solito», scrive un utente anonimo. «Io in quella zona cerco di parcheggiare furtivamente, se non ci riesco cambio parcheggio», gli rispondono. O ancora: «Non parcheggiare lì».
Basta restare qualche ora in zona, anche per una semplice birra, per assistere alla loro piccola catena di montaggio, portata avanti alla luce del sole: le macchine arrivano, uno di loro (il più adulto) indica dove dirigersi. Un altro controlla che ci siano posti liberi o che qualcuno stia uscendo dal parcheggio. Se un posto si libera, fanno segno a gran voce. Senza mai dimenticare un «bello» o un «bella».
Che i controlli mancano non è totalmente vero: ad esempio nella serata di lunedì, nell’arco di una mezz’ora sono passate tre pattuglie. La prima, quella della Guardia di Finanza, ha percorso lentamente il molo San Nicola ma evidentemente in cerca di altro, probabilmente di spacciatori, visto che ha totalmente ignorato i parcheggiatori abusivi (che sono rimasti in zona, tra l’altro). Quando è passata la prima pattuglia di polizia, invece, altri ragazzi che sostavano sul muretto hanno fatto segno ai tre con un fischio e un gesto della mano, a indicare loro di andar via. E infatti i tre si sono prontamente allontanati sotto il porticato di legno. Il giro della vettura è stato veloce e indolore. Non appena si è allontanata, uno dei tre ha ripreso il suo «lavoro»: un gruppo di ragazzi parcheggia, lui chiede spiccioli «a piacere», loro dicono che non hanno niente. Lui, con il forte accento straniero, incalza: «Ragazzi, ho un figlio». Ma non c’è niente da fare, i ragazzi si allontanano senza dire una parola e lui esclama borbottando: «Tra un’ora ve ne dovete andare di qua».
Poco tempo dopo una seconda vettura è giunta sul posto, in questo caso però fermandosi per una decina di minuti. In due si dileguano, un altro invece resta e continua a girare indisturbato tra le auto per riscuotere i soldi. Guardandosi ogni tanto alle spalle, controllando che la polizia non lo veda. Del resto, in dieci minuti sono tante le macchine che possono parcheggiare in zona e la perdita non è da poco. Insomma, il controllo c’è, ma non è poi così approfondito e la loro macchina organizzativa può contare anche sull’aiuto delle vedette.
Ovviamente, questa non è l’unica zona presa d’assalto dai parcheggiatori abusivi. Succede anche in piazza Prefettura, un controsenso non da poco se si pensa che ci si trova a pochi passi dai palazzi delle istituzioni cittadine. Il modus operandi è lo stesso: lì sono in quattro, chiedono soldi e sottolineano, anche con un po’ di arroganza, che hanno famiglia sulle spalle. E quando la polizia passa, si allontanano. Neanche di troppo.
E CON L'ESTATE IL FENOMENO SI ESTENDE DA SANTO SPIRITO A TORRE A MARE (Luca Natile)
L’estate degli abusivi, tra dehors non autorizzati, vu’ cumprà sulle spiagge, tassisti abusivi e cocco bello. L’economia sommersa e illegale, il lavoro irregolare crescono d’estate mediamente del 10% in terra di Bari, un valore aggiunto di centinaia di migliaia di euro, si tratta di una fetta significativa del Pil barese (fonte Istat) che in parte finisce nelle tasche della criminalità organizzata e non.
I lidi affollati, l’assalto dei turisti, la movida sotto le stelle, le sagre ed i concerti d’estate stimolano l’economia irregolare e di quella sommersa, «non osservata» che sfugge alle rilevazioni ufficiali. Tra mercato e lavoro nero, si muove un esercito di venditori ambulanti senza autorizzazione, camerieri a cottimo, parcheggiatori abusivi, hostes e promoter.
La Polizia locale di Bari, in occasione dei quattro concerti di Vasco Rossi ha sequestrato più di 400 articoli contraffatti, gadget dedicati al Blasco (scarpe, ombrellini, ventagli, accendini, cartoline, braccialetti) ma anche bottigliette di acqua, amaro Borghetti, birre, patatine, coca, aranciate che venivano vendute a prezzi normali ma senza uno straccio di autorizzazione. Gli agenti hanno redatto ben 30 verbali contro venditori abusivi che hanno abbandonato le merci e sono fuggiti.
È cominciato già nelle calde domeniche di giugno l’esodo verso il mare dei guardiamacchine non autorizzati, dei vu’ cumprà da spiaggia, dei cocco bello e degli ambulanti con i loro banchetti carichi di merci taroccate. Gli irregolari ora presidiano Palese, Santo Spirito, Torre a Mare, Polignano e Monopoli. Portatori sani di piccole e grandi illegalità si trasferisce dalle casba del centro alle periferie affacciate sul mare.
In ballo c’è il rispetto delle regole del commercio, l’occupazione del suolo pubblico, la tutela ambientale, la protezione della salute.
Perché le merci (anche di genere alimentare) che arrivano sui lidi baresi, portate dentro improbabili borsoni, o su sgangherati carrelli, percorrono un circuito che è, nella stragrande maggior parte dei casi, illegale. Tutto: dalla produzione alla distribuzione alla circolazione all’acquisto. Le mercanzie sono contraffatte, mancano le autorizzazioni, mancano le certificazioni, sono assenti le registrazioni. Molta parte è fuori legge, alimenta una concorrenza sleale, sottrae risorse allo Stato e infine (e soprattutto) ingrassano la criminalità, la quale assicura l’indispensabile patronage su tutta l’area dell’illegalità
Alle prime luci del giorno, i venditori ambulanti si riforniscono, caricandosi sulle spalle ogni genere di cianfrusaglie, e un bel po’ di merce falsa o difettata. Sono gli ultimi a guadagnarci qualcosa, e quanto ci guadagnano è solo un’infima parte dei profitti illeciti che provengono da un simile mercato adulterato.