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Violenza sessuale su due turiste francesi a Bari: in appello 7 anni di carcere per il 22enne

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Violenza sessuale su due turiste francesi a Bari: in appello 7 anni di carcere per il 22enne

In primo grado all’imputato erano stati inflitti 7 anni e 8 mesi di reclusione, ieri i giudici hanno stabilito una pena leggermente inferiore confermando tutti i reati

Sabato 25 Maggio 2024, 09:00

bari Condanna lievemente ridotta in appello per il 22enne accusato della violenza sessuale su due giovanissime turiste francesi, commessa in un appartamento nel centro di Bari nell’estate 2022. In primo grado l’imputato, Loris Attolini, era stato condannato a 7 anni e 8 mesi di reclusione con rito abbreviato, riconosciuto colpevole di duplice violenza sessuale aggravata dalla minore età di una delle vittime, sequestro di persona, lesioni, rapina e resistenza a pubblico ufficiale, con il riconoscimento delle attenuanti generiche equivalenti. La difesa ha rinunciato a quasi tutti i motivi d’appello e ieri la Corte, dopo una lunga camera di consiglio, ha ridotto la condanna a 7 anni di reclusione, confermando le responsabilità per tutti le accuse. Le motivazioni saranno depositate entro 15 giorni.

La vicenda risale all’8 agosto 2022. Le due amiche, in una vacanza post-diploma in Puglia, avevano conosciuto il 22enne quella stessa sera. Si erano fermate a chiedere informazioni sulla rivendita più vicina di tabacchi e lui si sarebbe offerto di accompagnarle per poi invitarle a casa sua. Lì, in via Sagarriga Visconti, si sarebbero consumati gli abusi. Due chiacchiere, un bicchiere di vino, un «gioco erotico». Poi la brutale aggressione, come ricostruita dai poliziotti della Squadra Mobile, coordinati dalla pm Desirèe Digeronimo: violentate a turno per sessanta minuti, picchiate, derubate.

Dopo averle minacciate e spogliate, strappando loro di dosso i vestiti, per fotografarle e girare un video delle due ragazze nude, minacciando di pubblicare quel materiale sui social se non avessero collaborato, avrebbe «sbattuto una delle due contro la porta di ingresso colpendola al volto con almeno cinque gomitate», «gettando le due ragazze - si legge nell’imputazione - in uno stato di prostrazione e di terrore circa la loro sorte, anche perché chiudeva la porta di ingresso a chiave e le bloccava in casa impedendo loro di uscire, così da indurle a cedere alle sue richieste». Ciò che è successo nei sessanta minuti successivi, che le ragazze hanno poi dettagliatamente raccontato ai poliziotti, sarebbe stato un susseguirsi di violenze, abusi, minacce provocati da un improvviso «scatto d’ira» del 21enne.

Le avrebbe infatti ripetutamente violentate a turno, per circa un’ora, con un «atteggiamento sprezzante e del tutto indifferente alle suppliche» delle due vittime, scriveva il gip nell’ordinanza di arresto. La Procura ha parlato di «modalità violente e spregiudicate, che sembrano ispirate al noto film “Arancia meccanica”», mentre le due vittime in lacrime imploravano Attolini di lasciarle andare. Una delle due, in un momento di distrazione, sarebbe riuscita a telefonare in Francia al padre per chiedere aiuto. Neanche questo avrebbe fatto desistere l’aggressore, che avrebbe continuato con le violenze. Le avrebbe lasciate andare, tenendo il loro cellulare come «trofeo», solo dopo aver ricevuto 90 euro in cambio della libertà. E così, sole nel cuore della notte, in lacrime e con gli abiti lacerati, le due ragazze venivano soccorse e portate in ospedale, ricevendo cure e assistenza, anche psicologica. Le loro dichiarazioni sono state poi cristallizzate in un incidente probatorio.

Le due vittime, assistite dagli avvocati Andrea Di Comite e Gaia Martinelli (Polis) si sono costituite parti civili e già in primo grado si erano viste riconoscere un risarcimento con provvisionale di 10mila euro per il «danno psicologico, legato al grave trauma subito da entrambe subito, violenza sessuale in un Paese straniero, e quello fisico».

Attolini, assistito dall’avvocato Sabino Strambelli, fu arrestato poche ore dopo ed è rimasto in cella per un anno, fino ad agosto 2023. Da allora è ai domiciliari con il permesso di uscire due pomeriggi a settimana per frequentare un centro di ascolto dove collabora con l’associazione di volontariato che gestisce la struttura.

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