Sabato 06 Settembre 2025 | 17:42

Prostituzione minorile a Bari, il racconto: «Ho cominciato con due amiche maggiorenni, poi ho continuato anche da sola»

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

Prostituzione minorile a Bari, il racconto: «Poi ho continuato anche da sola»

Gli accusati davanti al Tribunale del Riesame tra mezze ammissioni, silenzi strategici e rivelazioni. La 17enne: «Così abbiamo iniziato». I soldi spesi nei ristoranti di lusso

Venerdì 24 Maggio 2024, 12:27

26 Maggio 2024, 15:54

BARI - Approda innanzi al Tribunale del Riesame l’inchiesta sul giro di prostituzione minorile condotta dalla procura di Bari.

Lunedì 26 maggio sarà discussa la richiesta di revoca degli arresti domiciliari a cui è sottoposto l’imprenditore leccese Fabio Carlino, 47 anni, accusato per avuto incontri sessuali a pagamento con una minorenne. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere: per questo è plausibile ritenere che la difesa, rappresentata dall’avvocato Alessandro Stomeo, punterà a dimostrare l’insussistenza delle esigenze cautelari, alla luce del tempo trascorso rispetto ai fatti oggetto di contestazione (gli incontri risalirebbero al gennaio 2022) e in base al fatto che Carlino attualmente risiede a Roma, mentre le presunte vittime a Bari.

Hanno depositato ricorso al Tribunale del Riesame anche l’avvocato leccese Stefano Chiriatti, 56 anni (difeso da Luigi Covella), accusato di aver partecipato ad un incontro con due ragazze minorenni in un noto albergo del centro di Bari insieme con Carlino: per lui il gip Giuseppe Ronzino ha disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza.

Chiede la revoca anche Elisabetta Manzari (avvocato Nicolò Nono Dachille), in carcere con l’accusa più grave di sfruttamento della prostituzione. Stando alle contestazioni, la donna si sarebbe limitata a rispondere alle telefonate dei clienti o ad accompagnare le ragazze venendo poi remunerata – stando a quanto è stato riferito dalle stesse - con 25 o 35 euro.

Ha nuovamente chiesto di essere sentito dal pubblico ministero Matteo Soave Nicola Basile, 25enne barese (difeso dall’avvocato Marco Vignola), accusato di sfruttamento della prostituzione nei confronti di due ragazze minorenni. Il ragazzo, amico di vecchia data di una delle due ragazze, ha ammesso di aver avuto rapporti con la giovane prima che lei diventasse maggiorenne ma al di fuori di un contesto di meretricio: erano rapporti consenzienti – ha dichiarato nel corso dell’interrogatorio di garanzia – avvenuti nell’ambito di una, per così dire, «relazione aperta». Il giovane, però, ha respinto con fermezza l’accusa di essere coinvolto nell’attività di prostituzione.

A far scattare l’inchiesta è stata proprio la denuncia della madre della ragazza, figlia di un poliziotto, dopo essersi resa conto del fatto che la giovane stesse nascondendo qualcosa.

Sentita a verbale, la minore ha ammesso di essersi prostituita in alcuni bed & breakfast di Bari e provincia.

«Non compravo vestiti o borse per non dare nell’occhio – ha dichiarato – i soldi venivano utilizzati per partecipare alle serate in discoteca, oppure per cenare nei ristoranti di lusso».

Ad introdurre la ragazza nel mondo della prostituzione – secondo l’accusa - sarebbe stata una sua amica di vecchia data, Antonella Albanese (difesa dall’avvocato Nicola Lerario), finita dapprima in carcere e poi ai domiciliari poiché madre di un bambino di soli sette mesi. Il medesimo ruolo lo avrebbe avuto anche Marilena Lopez (avvocato Dario Paiano), accusata di aver organizzato gli incontri con i clienti e di aver diviso con le ragazze il denaro guadagnato da quest’ultime.

Nelle carte dell’inchiesta, si legge come sia la Albanese quanto la Lopez avrebbero «iniziato la 17enne», per la prima volta in un bed & breakfast di viale della Repubblica: in quell’occasione – pur senza avere rapporti completi con il cliente di turno - avrebbe preso 100 euro. «Da quel giorno – ha riferito - incominciai a frequentare le ragazze con le quali giravamo per i B&b ed incominciai ad avere rapporti anche da sola».

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