Venerdì 19 Dicembre 2025 | 14:53

Corato, Anna e Marilena Ardito tra pieghe e make up in corsia: «Così ci prendiamo cura delle neomamme»

Corato, Anna e Marilena Ardito tra pieghe e make up in corsia: «Così ci prendiamo cura delle neomamme»

 
Salvatore Vernice

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Salvatore Vernice

Corato, Anna e Marilena Ardito tra pieghe e make up in corsia: «Così ci prendiamo cura delle neomamme»

Estetista una, parrucchiera l'altra, le gemelle hanno scelto di donare il loro tempo e la loro professionalità a chi, in quel momento, aveva più bisogno di sentirsi vista, ascoltata, valorizzata

Venerdì 19 Dicembre 2025, 14:29

C’è un Natale che non profuma di casa, ma di corsie. Un Natale fatto di attese, preoccupazioni, silenzi interrotti dal pianto di un neonato o dal rumore lieve dei passi degli operatori sanitari. Ed è proprio lì, nei reparti di Ginecologia-Ostetricia e Pediatria-Neonatologia dell’ospedale Umberto I° di Corato, che ha preso vita l’iniziativa «Natale di bellezza in ospedale», grazie alla sensibilità e alla collaborazione della Direzione Sanitaria e pensata per offrire alle donne e alle mamme ricoverate un momento di attenzione, vicinanza e umanità durante le festività.

Un’iniziativa semplice solo in apparenza, resa possibile grazie alla generosità di Anna e Marilena Ardito, gemelle, estetista e parrucchiera, che hanno scelto di donare il loro tempo e la loro professionalità a chi, in quel momento, aveva più bisogno di sentirsi vista, ascoltata, valorizzata. Piega e make-up non come vanità, ma come strumento di benessere psicofisico, come gesto capace di restituire dignità e forza in un luogo spesso segnato dalla fragilità.

Nel raccontare cosa le abbia spinte, dal punto di vista umano prima ancora che professionale, a entrare in ospedale e a donare il loro tempo alle donne e alle mamme ricoverate, la risposta delle due sorelle arriva dritta al cuore. «Siamo mamme anche noi e conosciamo la stanchezza di quando si partorisce un figlio, oltre alla gioia indescrivibile. Spesso ci si trascura per dare priorità al nascituro, ma non deve essere così, bisogna sempre curarsi e stimolarsi».

A emergere è anche il legame profondo, quasi viscerale, con l’ospedale di Corato, che per Anna e Marilena rappresenta una parte importante della loro storia familiare e personale. «Siamo nate qui 45 anni fa, io – dice Anna - ho partorito qui mio figlio otto anni fa, ma soprattutto nostro padre ha prestato servizio in questo ospedale per 40 anni. Da bambine lo vedevamo scendere con il camice bianco per abbracciarci. È un ricordo bellissimo di lui, che purtroppo oggi non c’è più».

Nei corridoi, tra una stanza e l’altra, non sono mancati sorrisi e confidenze. Raccontando se ci sia stato uno sguardo o una storia capace di toccarle in modo particolare, le sorelle Ardito parlano di un’esperienza intensa e profondamente umana. «Questa esperienza ci ha lasciato il cuore colmo di gioia. Abbiamo visto mamme e neo mamme felici, abbiamo passato ore a raccontarci le nostre vite. Abbiamo anche riso».

In un luogo segnato dall’attesa e dalla preoccupazione, il racconto si sofferma poi sul valore di un piccolo gesto di bellezza e su quanto possa incidere nel restituire forza, dignità e serenità a una donna. «È sempre bello donare, che sia un sorriso, un abbraccio o un gesto di bellezza. È meraviglioso guardare gli sguardi felici, soprattutto in un momento di sofferenza».

E alla fine, uscendo dall’Umberto I° di Corato, il messaggio che Anna e Marilena sentono di lasciare alle donne incontrate e a chi sta vivendo un Natale difficile è semplice ma potentissimo. «Splendete sempre e non mollate mai, nonostante tutto. Sorridete alla vita».

A dare voce all’emozione è anche una neo mamma, ancora visibilmente commossa. «Non avrei mai pensato di farmi una messa in piega in ospedale. Quando me l’hanno proposto ero incredula. Poi mi sono guardata allo specchio e mi sono sentita di nuovo me stessa, non solo una paziente. È stato un regalo inaspettato, che porterò nel cuore».

In un ospedale, dove il tempo sembra spesso sospeso tra paura e speranza, un gesto semplice ha saputo restituire normalità, bellezza e umanità. Non una piega o un filo di trucco, ma la consapevolezza di essere ancora donne, madri, persone. Un dono silenzioso che non si archivia in una cartella clinica, ma che resta inciso nel cuore. Perché a volte, per sentirsi curate davvero, basta qualcuno che ti guardi e ti dica, senza parole, che vali, che sei bella, che non sei sola. Anche, e forse soprattutto, a Natale.

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