Sabato 06 Settembre 2025 | 21:25

Centrodestra, gioco a tre per il candidato sindaco di Bari

 
Alessandra Colucci

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Alessandra Colucci

Per il momento le bocce sono ferme e, almeno per questo fine settimana, non dovrebbero esserci incontri risolutivi, fermo restando che c’è chi assicura che, almeno fino alla sera del 7 aprile, quando il centrosinistra esprimerà il candidato, il nome non verrà ufficializzato

Venerdì 22 Marzo 2024, 12:35

BARI - Un civico oppure un politico? Sembra questo il dubbio del centrodestra barese, al momento in una fase di riflessione. L’apparente stallo pare nasconde, al contrario, un lavorìo continuo, per individuare il candidato unitario della coalizione, possibilmente anche con l’indicazione di un vice, per avere così un ticket da presentare agli elettori chiamati al voto, nel turno amministrativo di giugno. I nomi sul tavolo, da tempo, sono tre ovvero il senatore meloniano Filippo Melchiorre – con una solida esperienza in Consiglio comunale, sia in maggioranza che all’opposizione – il consigliere regionale della Lega Fabio Romito (anche lui con esperienze tra Circoscrizione, Provincia e Comune) e il magistrato Stefano Dambruoso, barese di nascita, in servizio alla procura antimafia di Bologna e parlamentare nel 2013, il civico, appunto.

Mercoledì, la concomitante presenza a Roma – dove si stava tenendo un tavolo di centrodestra dedicato alle amministrative pugliesi - di Romito aveva fatto immaginare che si fosse in dirittura d’arrivo sul nome (a lungo si è parlato di un ticket tra Romito e Melchiorre). Negli stessi ambienti di centrodestra non si fa mistero di un certo pressing proprio sull’esponente del Carroccio che, al contrario, sarebbe perplesso e la cui disponibilità, dunque, al momento si sarebbe molto raffreddata rispetto ai mesi precedenti.

Quindi, si torna al punto di partenza ovvero alla possibilità che la partita per la candidatura si giochi tra Melchiorre e Dambruoso oppure, ipotizza qualcuno, un ticket tra i due. Possibile? Si vedrà. D’altra parte, da quando il sindaco viene eletto direttamente dai cittadini (e a Bari succede dal 1995, anno della prima elezione di Simeone Di Cagno Abbrescia, ancora detentore di un piccolo record: è l’unico sindaco eletto due volte consecutivamente al primo turno) il centrodestra ha spesso puntato su rappresentanti della società civile, con l’esclusione del 2019, quando l’avversario di Antonio Decaro fu l’allora consigliere comunale uscente Pasquale Di Rella.

Per il momento, comunque, le bocce sono ferme e, almeno per questo fine settimana, non dovrebbero esserci incontri risolutivi, fermo restando che c’è chi assicura che, almeno fino alla sera del 7 aprile, quando il centrosinistra esprimerà il candidato, dopo le primarie tra Michele Laforgia e Vito Leccese, il nome non verrà ufficializzato. Senza dimenticare, ovviamente, la tempesta scatenata prima dall’inchiesta «Codice interno» e dalla nomina della commissione di accesso finalizzata a verificare una ipotesi di scioglimento del Comune poi, comunicata dal ministro Piantedosi a Decaro che l’ha definita «un atto di guerra»

Intanto, oggi alle 18, a Villa Romanazzi Carducci, numerosi esponenti locali e non del centrodestra, si ritroveranno per le celebrazioni del trentennale della prima vittoria nazionale della coalizione, quella che, nel marzo del 1994, aprì la strada al primo Governo di Silvio Berlusconi, nel quale il deputato pugliese Pinuccio Tatarella sedeva come vicepremier e ministro delle Telecomunicazioni. Ci saranno, tra gli altri, il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, lo stesso Melchiorre e Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, che ha annunciato una conferenza stampa, alle 17, per commentare la questione Bari e la durissima presa di posizione di Decaro.

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