BARI - Il destino nel cognome o, semplicemente, la voglia di proseguire lungo un percorso già segnato: i figli che ricalcano le orme dei padri. Succede nell’artigianato così come nelle professioni, nell’imprenditoria, nelle arti. Succede anche in politica, nel Consiglio comunale barese, per esempio. Figli e figlie che, anche stavolta, tenteranno la conferma oppure l’approdo in corso Vittorio Emanuele, dove, in passato, già si sono seduti i genitori.
Michele Laforgia, per esempio: il celebre penalista, in queste settimane, è in corsa per succedere ad Antonio Decaro alla carica di sindaco. Sulla sua strada c’è Vito Leccese: i due si confronteranno, il mese prossimo, nelle primarie e il vincente sarà il candidato unico del centrosinistra. Se fosse, appunto, Laforgia, si troverebbe a correre per sedere nella stanza dominata dal grande dipinto raffigurante Gioacchino Murat - lo studio del primo cittadino - dove già suo padre, l’avvocato Pietro Leonida, si era seduto nel 1993, alla guida del primo esperimento di governo unitario del centrosinistra della città di Bari.
D’altra parte, anche lo stesso Decaro, che sta facendo i bagagli per lasciare quella stanza, è un figlio d’arte: quando, vent’anni fa, approdò in corso Vittorio Emanuele – assessore tecnico della prima giunta Emiliano, poi, nel 2009, eletto consigliere comunale e da lì è stato un susseguirsi di vittorie tra Regione e Montecitorio, salvo poi tornare a Bari per fare il sindaco per dieci anni – in molti ricordavano che anche suo padre Giovanni era stato assessore comunale, negli anni Ottanta.
Nel 2009 aveva tentato di diventare sindaco anche un altro celebre penalista barese, Mario Russo Frattasi: non ce l’aveva fatta, ma era comunque entrato – in base ai calcoli sulle liste – in Consiglio comunale, salvo poi dover andare via perché il riconteggio aveva premiato Mara Giampaolo (che poi, nel marzo 2012, sarebbe entrata nella giunta Emiliano insieme a Maria Maugeri e a Floriana Gallucci nel famoso rimpasto per colmare l’assenza di donne nell’esecutivo). Cinque anni fa, nel derby familiare con il cugino Alessandro Russi, per la lista Progetto Bari (vicina allo stesso Leccese), l’aveva spuntata proprio Silvia, figlia del penalista, che ha ricoperto l’incarico di presidente della commissione Pari opportunità e che a giugno sarà nuovamente in corsa come consigliera.
Ha già annunciato che sarà della partita anche Alessandra Anaclerio, già eletta per due mandati, con il centrosinistra. Nel 2014 era entrata in Consiglio comunale come più giovane degli eletti, forte anche dell’esperienza familiare: suo padre Nino è stato consigliere comunale negli anni Novanta. Anaclerio, nel primo mandato, è stata presidente della commissione consiliare Pari opportunità.
Anche Michele Sciacovelli ha mostrato la volontà di correre a giugno ma senza chiarire, per adesso, se continuerà l’esperienza in Consiglio municipale (dove è entrato neppure ventenne e dove è rimasto per due mandati) o se tentare il «salto» in corso Vittorio Emanuele dove, una decina di anni fa, sedeva suo padre Domenico, in forza all’allora Pdl.
Figlia d’arte anche Cristina Pennisi, eletta cinque anni fa nella lista Decaro per Bari: suo padre Giovanni era stato consigliere comunale, ma per lo schieramento opposto, essendo esponente di Alleanza Nazionale negli anni Duemila.
Nel M5S, Antonello Delle Fontane è stato eletto nel 2019 in Consiglio comunale, dove è rimasto ancora adesso vivo il ricordo di suo padre Angelo, eletto per il centrodestra (ma era stato anche consigliere circoscrizionale) e, purtroppo, spentosi improvvisamente, nell’autunno di nove anni fa
Infine, restando sempre tra i pentastellati, nel 2019 si era candidata a sindaco, non riuscendo a essere eletta ma scattando comunque in Consiglio comunale, salvo poi dimettersi dopo qualche tempo: Elisabetta Pani è la figlia di Egidio, assessore alla Cultura della giunta Di Cagno Abbrescia.