BARI - Sul citofono di un palazzo nel cuore del centro Murattiano di Bari, fondo bianco e caratteri blu, c’è la scritta Fondazione Maria Rossi Onlus. Un locale, quello al piano terra di via Putignani, che lunedì non figurava tra quelli da perquisire. Un ufficio sul quale, poco prima di finire in carcere l’avvocato Giacomo Oliveri, non sembrava voler fornire molte informazioni.
Faldoni e carte sono state scovate grazie all’intuizione degli agenti della Squadra mobile di Bari. Documenti di cui si ignorava l’esistenza e che potrebbero aggiungere altro all’inchiesta di per sé così ampia, anche se la difesa di Olivieri fa sapere che non c’è alcun «giallo»: lì dentro era in procinto di essere trasferito lo studio professionale dell’avvocato Olivieri, al centro dell’inchiesta su mafia ed elezioni comunali che conta 130 indagati...
CONTINUA A LEGGERE SULL'EDIZIONE CARTACEA O SULLA NOSTRA DIGITAL EDITION
IL CASO IN COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA
Si apre ufficialmente in commissione Antimafia parlamentare un «procedimento» sul caso Bari dopo gli arresti di 130 persone tra cui l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, e sua moglie, la consigliera comunale di Bari Carmen Maria Lorusso, accusati di aver comprato voti durante le Comunali del 2019 attraverso anche l’intermediazione di clan mafiosi. Lo annuncia Mauro D’Attis, vicepresidente della commissione parlamentare Antimafia.
«Oggi - spiega - in sede di ufficio di presidenza della commissione Antimafia, ho chiesto l’acquisizione di tutti gli atti da parte della commissione e la mia richiesta è stata accolta. Ho chiesto anche le audizioni del procuratore di Bari, Roberto Rossi, e del prefetto di Bari Francesco Russo. Per le audizioni, ovviamente, è necessario attendere i tempi processuali per il riesame e, dunque, saranno programmate successivamente».