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«Troppe barriere e scarso senso civico: Bari non è a misura di disabile»

 
Cesare Zampa

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Cesare Zampa

«Troppe barriere e scarso senso civico: Bari non è a misura di disabile»

La denuncia di Michele Caradonna, presidente provinciale dell’Anmic. La carenza di ascensori all’ingresso riservato al pubblico, in via Cairoli, costringe chi ha una disabilità a entrare nel consiglio comunale da corso Vittorio Emanuele

Domenica 25 Febbraio 2024, 12:40

BARI - Disabilità: serio confronto cercasi. Urge un tavolo tecnico tra parte politica e associazioni di categoria, perché, a Bari, la situazione si è fatta insostenibile. Tra barriere architettoniche, scarso senso civico e una grande «disattenzione morale e affettiva» al tema, i cittadini affetti da difficoltà motoria rischiano di essere sempre più costretti ai margini della vita sociale. Lo afferma Michele Caradonna, presidente provinciale dell’Anmic, l’Ente a tutela e rappresentanza delle persone con disabilità.

Sul fronte istituzionale, Caradonna lamenta il lassismo dell’amministrazione comunale sull’inadeguatezza di alcune infrastrutture che, al momento, non consentirebbero libertà di movimento ai soggetti non deambulati. Tra gli esempi, ci sarebbe la penuria di marciapiedi ribassati, più economici di quelli rialzati.

Più nello specifico, poi, i disagi registrati nel sottopassaggio pedonale di via Dieta, spesso impraticabile. «In questo tratto, da una parte vi è uno scivolo e dall’altra c’è invece un ascensore, molto spesso fuori servizio – dice Caradonna – Le soluzioni trovate, laddove sono state cercate, purtroppo non sempre rispondono alle esigenze effettive».

Altro esempio, le difficoltà di accesso alla sala del Consiglio comunale, la casa dei baresi. La carenza di ascensori all’ingresso riservato al pubblico, quello in via Cairoli, costringe le persone con disabilità a entrare dal lato di corso Vittorio Emanuele, da cui accedono le istituzioni.

«In questo caso, bisogna entrare, prendere l’ascensore, attraversare la sala della giunta e accedere all’aula dall’entrata laterale – prosegue il vertice provinciale dell’Anmic – Se l’accesso avviene durante il Consiglio, il presidente dell’assemblea è costretto a sospendere la seduta, consentire alla persona di attraversare l’intera aula, accompagnata da un messo che lo fa accomodare nell’area destinata alla cittadinanza, per poi far riprendere i lavori della massima assise».

Stessa operazione qualora il soggetto in questione dovesse andare in bagno o andar via prima della fine del Consiglio.

Per quanto concerne la carenza di senso civico, spicca invece la frequente presenza di mezzi a due ruote sui parcheggi destinati ai disabili. Si tratta di motorini e, ancor di più, di monopattini a noleggio, che gli utenti del servizio lasciano incautamente sul primo stallo utile. Anche quelli delimitati dalla segnaletica orizzontale gialla. Il tutto, noncuranti del disagio che possono arrecare alle persone non deambulanti.

«Un tempo il problema era provocato dalla sosta selvaggia delle auto – aggiunge Caradonna – Serve maggiore attenzione da parte della collettività e degli agenti di polizia locale».

Una maggiore attenzione è auspicata anche per contrastare l’abuso dei contrassegni per diversamente abili da parte dei rispettivi parenti. «Questa gente è peggiore di chi parcheggia senza avere il pass – asserisce il presidente dell’Anmic Bari – Perché approfitta della disabilità di qualcun altro per una propria necessità».

Come se non bastasse, vi è poi l’impossibilità di accedere a diversi esercizi commerciali, a causa di gradini, o ai bagni di alcune attività, inadeguati per le esigenze dei soggetti interessati. «Nel momento in cui si fa presente il problema ai titolari – dice Caradonna – questi ti rispondono che comunque hanno ottenuto l’autorizzazione dal Comune».

Un «paradosso», se si pensa alla legge n.13 del 1989, concepita proprio per eliminare le barriere architettoniche negli edifici privati. «Episodi umilianti per le persone costrette a restare fuori», dovute, secondo l’interlocutore, alla scarsa conoscenza sulla normativa vigente in materia.

La speranza è ora legata alle prossime elezioni amministrative, quando, in fase di elaborazione dei diversi programmi, si spera che i candidati possano prendere in seria considerazione la risoluzione delle troppe criticità emerse sino a ora. «A noi non interessano nomi o partiti – conclude Caradonna – ma impegni seri, specifici e concreti, mirati a migliorare la qualità della vita dei cittadini non deambulanti, senza più doverli escludere dalla vita cittadina».

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