BARI - Non ci sono elementi sufficienti a sostenere che l’ex magistrato tranese Michele Nardi fosse a conoscenza della richiesta illecita avanzata da un commercialista nei confronti di un suo cliente, che aveva presentato un ricorso tributario a una commissione di cui faceva parte proprio l’ex giudice. È per questo che la Procura di Bari ha stralciato la posizione di Nardi, inizialmente accusato di tentata concussione in concorso con il commercialista barese Massimiliano Soave, destinatario di un nuovo avviso di conclusione delle indagini in cui la pm Chiara Giordano ha riqualificato il reato in tentato traffico di influenze illecite.
Dopo la notifica del primo avviso di conclusione, a ottobre, Nardi (con gli avvocati Domenico Mariani e Gaetano Sassanelli) ha depositato una corposa memoria in cui - in estrema sintesi - dice di non sapere nulla della vicenda, osservando di non essere stato lui l’estensore delle sentenze tributarie di appello che hanno confermato la condanna delle società di un imprenditore di Barletta, Giorgio Cosentino: la seconda di queste sentenze - osserva la difesa - è stata depositata mentre Nardi era già in carcere. Da qui la mutata ipotesi di accusa, che vedrebbe Soave (difeso dagli avvocati Leonardo Iannone e Antonio La Scala) autore di un tentativo non riuscito di ottenere denaro dal suo cliente (prima 400mila, poi 300mila euro) al fine di mettere in atto un piano che avrebbe condotto «certamente» a una sentenza favorevole. Soave avrebbe insomma tentato di lucrare sulle «relazioni non solo asserite, ma anche esistenti» con Nardi (che più volte, quando era pm a Roma, lo aveva nominato proprio consulente tecnico) per avanzare a Cosentino in tre occasioni «ripetute ed espresse richieste di denaro» a fronte di una «mediazione illecita» verso l’allora magistrato...