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Comunali Bari, Emiliano lancia l’«idea primarie» tra Leccese e Laforgia

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Comunali Bari, Emiliano lancia l’«idea primarie» tra Leccese e Laforgia

Con l’emergere della candidatura del penalista, e di quella di Leccese, capo di gabinetto del sindaco Decaro, come soluzione mediana che non ricuce ancora, il governatore ha evidenziato come ci sia necessità di corroborare il percorso con un timbro unificante

Mercoledì 27 Dicembre 2023, 07:00

L’idea è appoggiata da molti, ma caldeggiata soprattutto da Michele Emiliano: per evitare che la spaccatura che divide il campo progressista a Bari divenga “strutturale”, con Michele Laforgia e la sinistra movimentista da un lato e il Pd e le civiche dall’altro (magari schierate su Vito Leccese), vanno espletati tutti i tentativi di ricomposizione del quadro politico, a condizione che i vari protagonisti facciano un passo in avanti per l’unità, in modo da non fornire vantaggi al fronte del centrodestra, forte dell’apprezzamento per il governo di Giorgia Meloni.

La visita di Michele Emiliano nella sede dello studio Polis per il decennale della società di professionisti legali guidata da Michele Laforgia è stata il segnale del disgelo: tra un prosecco e una fetta di panettone, si è discusso anche degli itinerari verso le comunali. Con l’emergere della candidatura del penalista, e di quella di Leccese, capo di gabinetto del sindaco uscente Antonio Decaro, come soluzione mediana che non ricuce ancora, il governatore ha evidenziato come ci sia necessità di corroborare il percorso con un timbro unificante. Da qui la riflessione sulla possibilità di fare le primarie, proprio tra il penalista e l’ex deputato, per fare sintesi.

Le ritrosie di Laforgia per le primarie sono note. Le ha definite un iter “pieno di ombre”, alludendo ad atti giudiziari che certificherebbero gli artifici avvenuti in altre consultazioni. Il ragionamento di Emiliano, però, aggiunge una variabile: il presidente non ha preconcetti, e appoggerebbe il candidato in grado di offrire la piattaforma più partecipata e inclusiva possibile, non marginalizzando alcuna componente del governo amministrativo degli ultimi vent’anni. Come dire, che i giochi sono tutti da fare e non avrebbe pregiudizi su una piattaforma Laforgia, ovviamente con toni meno calibrati sul manicheismo (in particolare quello emerso nell’assemblea di qualche settimana fa presso la Casa del Popolo). Sul fronte opposto, l’opzione Leccese - pur apprezzata dall’area più vicina ad Antonio Decaro e non solo - difetterebbe di legittimazione politica se non fosse parte di una immersione nel corpo vivo del centrosinistra barese. Il rischio da evitare, in questo caso, sarebbe quello di paracadutare una figura più tecnico-amministrativa che politica, in una città metropolitana che ha ancora molti dossier aperti, e che ha bisogno di un sindaco dalla forte legittimazione popolare per portare a termine le sfide più complesse.

La traccia che stanno sviluppando i vari contendenti (e i dirigenti dei vari partiti, in primis Domenico De Santis del Pd) è quella di prefigurare dei gazebo unificanti. L’unica variabile che resterebbe da “limare” è il rapporto con i tre «candidati-Findus» del Pd. Marco Lacarra, Pietro Petruzzelli e Paola Romano sono stati «congelati» dal partito e qualcuno dovrebbe generosamente spiegare loro che ruolo li attende da qui al giugno prossimo…

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