BARI - Ponte Garibaldi utilizzato come piattaforma per il lancio di razzi, i fochini della mala deviano il traffico e costringono gli automobilisti a scendere verso da Japigia correndo lungo una sola corsia.
Non è solo folclore. Il rituale della festa con botto d’artificio, entrato nel malcostume barese, kitsch un po’ villano, non è solo abuso ed esagerazione ma un linguaggio cifrato che la malavita continua ad utilizzare per ricordare ad amici, nemici e vicini di casa che «noi siamo qui e facciamo quello che ci pare».
Lo spettacolo anonimo, clandestino, spesso fuorilegge che ossessivamente si ripete nelle sere (e nelle notti) baresi, in maniera più assidua e con maggiore clamore, in particolare nei quartieri a più alta incidenza criminale, testimonia, secondo Matteo Magnisi (ma non solo lui), già consigliere comunale, «una preoccupante occupazione da parte della malavita di diversi quartieri della città e per certi aspetti un grave comportamento di arroganza nei confronti delle forze dell’ordine e in particolare, per quello che riguarda il quartiere di Japigia, una provocazione alla Polizia locale che ha la sede del suo Comando non lontano dai luoghi dove più di frequente si assiste agli indecenti spettacoli pirotecnici»
Magnisi, ha fatto della guerra ai botti una crociata. Come già accaduto più volte nel passato recente, si è armato di carta e penna e ha presentato un nuovo esposto alla Procura della Repubblica.
«Ho già formalizzato negli anni trascorsi denunce per descrivere, censurare e deprecare il fenomeno» spiega spinto dall’esasperazione di chi vive a Japigia da quasi 40 anni e ogni notte, dopo essersi svegliato di soprassalto a causa delle deflagrazioni pirotecniche, si mette l’elmetto per combattere una battaglia che sembra quella di Don Chisciotte della Mancia contro i mulini a vento.
Eppure siamo difronte ad una situazione che, a suo avviso, potrebbe assumere rilievo penale. Tante le segnalazioni spedite prima alla buca elettronica rappresentata da Youpol, l’app della Polizia di Stato, alle quali ha fatto seguito l’esposto presentato, tramite i Carabinieri, alla Procura della Repubblica.
Considera i botti una espressione mafiosa, un atto di arroganza che può arrivare a creare situazioni di pericolo. «L’altra sera, intorno alle 22.50 - spiega alla “Gazzetta” tornando a casa io e altri automobilisti ci siamo imbattuti in una lunga batteria di fuochi collocati al centro della nostra corsia sulla discesa del ponte Giuseppe Garibaldi , direzione Japigia. Incolonnati siamo stati costretti a spostarci rapidamente di corsia, raggiungendo il ciglio opposto della carreggiata per non venire investiti dalla deflagrazione dei botti e dalle scintille. Hanno occupato un pezzo di strada e messo a rischio l’incolumità pubblica pur di far festa».
Per San Nicola, per «una presta libertà», per tutti i sacramenti e «in onore dei padrini». Tra devozione, ritualità, messaggi subliminali della camorra barese e business illegale, i fuochi parlano in codice a chi ha orecchie per sentire. Se ne possono acquistare liberamente nei negozi autorizzati. Ma non tutti sono a norma e a Bari sono diventati un caso di ordine pubblico. Un «fenomeno» fuori controllo che ha messo in moto la macchina della pubblica sicurezza. «No botti (illegali), no party». Non c’è festa di compleanno, di laurea, di matrimonio, di prima comunione, non c’è «free party» in discoteca senza botti, rigorosamente non autorizzati.
E poi quando la festa è troppo «cool» (alla moda) capita che vie, piazze e vicoli vengano espropria ti per fare spazio alla pioggia di fuoco. Strumenti di comunicazione primitivi ed estremamente efficaci diventati anche business sommerso in grado di generare piccoli profitti, sufficienti a creare reddito.
Esiste una catena di botteghe clandestine di botti illegali, piccole santa barbara gestite da una rete di venditori legati al mondo della criminalità comune o organizzata. Piccole polveriere gestite da gente che un tempo faceva il contrabbando di sigarette. Un mercato nero che utilizza gli stessi canali di approvvigionamento e spesso la stessa manovalanza.
L’uso e l’abuso dei botti a Bari è diventato un problema. I cieli della città si illuminano per 12 mesi all’anno. Un capodanno perenne. La gente è stanca e preoccupata. C’è chi considera i fuochi soprattutto un rituale malavitoso. Nascite, battesimi, comunioni, matrimoni tutto deve essere rumoroso, clamoroso. Festa è rumore ma anche un modo per rivendicare il controllo del territorio, per spaventare gli avversari, per rimarcare la propria presenza dominante.