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Palo del Colle ospita la presentazione del disco di Paolo Pace «Luna Park», tra musica e parole

 
Redazione online

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Palo del Colle ospita la presentazione del disco di Paolo Pace «Luna Park», tra musica e parole

Appuntamento giovedì 9 novembre alla Biblioteca Giuliani

Mercoledì 08 Novembre 2023, 09:30

«Luna Park» è il titolo del disco d’esordio del cantautore e musicista di Monopoli (Ba) Paolo Pace, che sarà presentato domani sera, 9 novembre, alle 20.30, alla Biblioteca G.M. Giuliani di Palo del Colle (Ba), in un appuntamento fra talk e musica dal vivo presentato dalla giornalista della «Gazzetta» Bianca Chiriatti. L’evento, a ingresso libero, si inserisce nella programmazione a cura di Asteria Space in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura di Palo del Colle. Pace eseguirà dal vivo i tre singoli già estratti dal disco («Luna Park», «Donerò» e «Forse è meglio»), accompagnato da Emanuele Del Carmine (pianoforte), Fabio Lopez (contrabbasso), Giuseppe Moraglia (batteria) e Terry Colaianni (corista).

Prodotto da Soul Treasure jazz, etichetta di Ciappy Dj, il nuovo singolo «Forse è meglio» è uscito lo scorso 27 ottobre, e a differenza degli altri due non parla di tematiche sociali, ma si concentra sull’amore, in un’atmosfera totalmente nuova. Pace si racconta in esclusiva alla «Gazzetta» rispondendo a qualche domanda sul suo percorso.

«Forse è meglio» è sempre estratto da «Luna Park», ma a differenza dei precedenti singoli qui si parla d'amore: di che tipo di amore e da dove arriva questa suggestione? 

«Ho sempre pensato che le canzoni potessero esprimere meglio delle semplici parole, emozioni, sentimenti, idee: ricordo che da ragazzo ero alla continua ricerca delle canzoni che potevano rappresentare realmente il mio stato d’animo in quel preciso momento.“Forse è meglio“ nasce dall’unione tra le parole di Stefano De Benedittis e la mia musica, a differenza dei precedenti singoli qui si parla di amore ma sempre all’interno di una società in cui, oggi, parlare di sentimenti è sempre più complicato, infatti in un mondo in cui l’amore è sottovalutato. Con Stefano abbiamo immaginato una storia che fosse come un sogno, una parentesi romantica, in cui un ragazzo si innamora di una sconosciuta di cui non conosce neanche il nome ma che incontra quotidianamente nel suo percorso da casa a lavoro, lui non avrà mai il coraggio di parlarle, di esprimere i propri sentimenti, ma nella sua mente, in un universo parallelo queste due anime si uniscono e si innamorano perdutamente, proprio quello che nella realtà non accadrà mai a meno che non si provi ad avere più coraggio nel vivere le proprie emozioni e a dire quello che si pensa». 

Musica che cambia e si evolve nel brano, proprio come l'evoluzione di una storia d'amore: come raccontiamo questa storia proprio partendo dalla musica che la accompagna?

«Nessuna storia d’amore è come nelle favole, al contrario penso che non si finisca mai di conoscersi veramente quindi ogni giorno è una scoperta, perché si cresce insieme, si vive il quotidiano, le difficoltà e le gioie, quindi una canzone che parli d’amore non può che essere imprevedibile, meravigliosamente sorprendente. In “Forse è meglio“ ho voluto raffigurare l’unione tra due innamorati in un passionale ritmo latino».

Da dove arriva l'idea di far assaporare Luna Park a piccoli pezzi, un brano alla volta? 

«La decisione di far ascoltare questo album a piccole dosi è dettata dalla continua evoluzione dei nostri tempi. Pubblicare un disco tutto insieme, pubblicizzando magari un brano nello specifico lascerebbe indietro tutti gli altri, trascurando le sensazioni e le storie che tutte le canzoni hanno da trasmettere e raccontare. I dischi non si vendono più come prima, non ci sono i supporti su cui ascoltarli ed oggi il riferimento per la musica è Spotify insieme a tante altre piattaforme tra cui YouTube, quindi abbiamo immediatamente deciso di trovare un modo che permettesse agli ascoltatori di soffermarsi, ascoltare e assaporare lentamente ogni brano». 

Anche nei precedenti brani estratti si percepisce una particolare sensibilità per le tematiche sociali: da dove arriva?  

«Dalla rabbia legata al continuo egoismo umano, ma soprattutto della politica che manca di buonsenso.un tempo grandi autori come Bennato, Rino Gaetano e tanti altri, usavano le canzoni per urlare i propri pensieri e smuovere le coscienze, alcune volte mettendo a repentaglio la propria carriera». 

Ha nel curriculum alcune collaborazioni importanti anche come autore: c'è stato qualche incontro che le ha cambiato la vita? 

«Ho fatto tante esperienze, una tra le più belle è stata proprio scrivere la colonna sonora di “Hell in the cave” con Giuseppe De Trizio, che ha dato largo spazio alla mia creatività». 

Adesso quali sono i prossimi progetti? 

«Sto collaborando con la compagnia Attoterzo di Mesagne ad uno spettacolo, un musical con la regia di Graziano Galatone, un artista che stimo particolarmente con cui ho sempre sognato di collaborare e finalmente quel momento è arrivato».

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