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Bari, il fenomeno delle teen gang: «Perduti tra alcool, droga e social ma i ragazzi si possono salvare»

 
Luca Natile

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Luca Natile

Bari, il fenomeno delle teen gang: «Perduti tra alcool, droga e social ma i ragazzi si possono salvare»

L’avvocato La Scala: «Si fingono adulti, sono bambini senza una guida»

Mercoledì 25 Ottobre 2023, 13:10

BARI - «Il fenomeno sociale delle teen gang, delle bande di pre adolescenti e adolescenti che diventano protagonisti di risse, lesioni, atti di bullismo, disturbo della quiete pubblica, atti vandalici fino ad arrivare allo spaccio e ai piccoli furti sta crescendo ma questi ragazzi si possono recuperare con la rieducazione perché sono ancora molto giovani ed è possibile aiutarli a venir fuori da quella specie di buco nero fatto di ore ed ore trascorse davanti allo schermo di un telefonino, di spinelli, di alcool e di solitudine. Se il ragazzo è seguito bene può lasciarsi alle spalle questa esperienza».

Così alla «Gazzetta» Antonio Maria La Scala, avvocato penalista, fondatore e presidente nazionale, dell’associazione culturale «Gens Nova», presente in Puglia ma anche in Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Sicilia e Veneto. Dal 2004 si occupa della tutela delle vittime di violenze e di diffusione della cultura alla legalità.

«I ragazzi che frequentano queste teen gang - spiega La Scala - hanno spesso profili simili l’uno con l’altro. Arrivano da contesti in cui non c’è il riconoscimento nel sistema familiare o dove c’è un forte contrasto con i genitori. Hanno interiorizzato che il modo per essere visibili e affermarsi nel contesto sociale è aggredire, prevaricare, imporre le proprie ragioni. Spesso hanno una vulnerabilità psicologica ed emotiva che viene alimentata all’interno dei rapporti e delle relazioni che allacciano sui social, assorbendo modelli comportamentali distorti, negativi»

«I genitori non si rendono conto - prosegue il presidente di “Gens Nova” - quanto sia importante la loro presenza, il loro esempio. Troppo spesso delegano alla scuola una responsabilità che appartiene soprattutto alla famiglia, ossia il luogo nel quale i ragazzi trascorrono i momenti più importanti e formativi della fanciullezza, della pre adolescenza e dell’adolescenza. I segnali della devianza - aggiunge - sono ben visibili. Per le nuove generazioni il consumo di alcool e droghe leggere fa parte di quello che potremmo definire un rituale moderno. Le infinite ore dentro la realtà virtuale dei social rappresentano una spinta ulteriore verso lo smarrimento, l’incapacità di avere il controllo di se stessi»

«Ogni settimana - prosegue La Scala - con l’associazione, andiamo nelle scuole per parlare di devianza, dei pericoli nascosti nelle rete, di quanto sia autodistruttivo fuggire la realtà rifugiandosi nello spinello, nella canna, nell’alcool. Lo facciamo in maniera diretta con esempi concreti. Spesso parliamo a bambini di 11, 12 anni, che fingendo di essere adulti e fornendo false generalità, violano la legge e cominciano a navigare e chattare esponendosi a mille pericoli. Ci sono fenomeni raccapriccianti - prosegue - come il sexting lo scambio e la condivisione di materiale con immagini, testi o video a sfondo sessuale. Le violazioni della privacy con la pubblicazioni di immagini denigratorie ad esempio di compagni di scuola vittime di violenze e abusi. Basta poco per venire risucchiati in un mondo di errori».

«Molti ragazzi - racconta l’avvocato - accedono a videogiochi di una crudeltà incredibile. Tra violenza e pornografia le nuove generazioni assorbono modelli negativi, accumulano rabbia e frustrazione. Dalla violenza virtuale a quella reale il passo è breve. La mente di un ragazzo adolescente è ancora malleabile, così possiamo fargli capire che anche lui ha delle risorse e delle capacità che non sono collegate all’uso della crudeltà, della prepotenza della sopraffazione».

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