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Bari, lectio magistralis di Judith Butler: «il gender è un'ideologia demoniaca per la destra»

 
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Bari, lectio magistralis di Judith Butler: «il gender è un'ideologia demoniaca per la destra»

La filosofa americana in Puglia in occasione del conferimento del dottorato honoris causa in Gender studies all’università Aldo Moro

Lunedì 16 Ottobre 2023, 16:25

17:30

BARI -  «Il gender è diventato un punto focale per la mobilitazione politica a destra, associato a una serie di altri pericoli sociali, compreso il possibile danno inflitto ai bambini in suo nome, poiché è visto come un’ideologia demoniaca». Lo ha detto a Bari la filosofa americana Judith Butler nel corso della sua lectio magistralis in occasione del conferimento del dottorato honoris causa in Gender studies all’università Aldo Moro.

«Quello che dovrebbe essere un dibattito ma non lo è - ha aggiunto - è esasperato da una serie di paure, la paura che qualcosa chiamata gender rubi l’identità, che sia una mistificazione, che sia una forma di colonizzazione che invada come fanno gli immigrati indesiderati, che rappresenti l’ascesa di poteri totalitari o che segni il punto estremo dell’iper-capitalismo».
Butler ha poi sottolineato che «sentiamo una serie di affermazioni estremamente contraddittorie su cosa sia il gender e su quali pericoli esso comporti. In ogni caso, però, il gender è immaginato come una forza distruttiva che deve essere fermata». 

«Il movimento anti gender, o contro l'ideologia gender, è pieno di paura e attribuisce a qualcosa chiamato gender il potere di cancellare e appropriarsi del sesso. Si tratta di una affermazione potente, ed è ben nota nel contesto italiano come dimostrano le dichiarazioni della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni». E’ uno dei passaggi della lectio magistralis che la filosofa americana ha tenuto all’università di Bari.

«Perché se ti dicessero che qualcosa chiamato gender ti toglierà il sesso che sei - ha proseguito - allora potresti pensare che il gender sia una forza mostruosa e minacciosa». «Se però - ha aggiunto - ti dicessero che stai vivendo in una specifica concezione storica di maschile e femminile, potresti renderti conto che questa disposizione può cambiare, ma non avresti motivo di temere che qualcuno venga a portarti via l'identità sessuale».

Butler ha evidenziato che «il gender oggi rappresenta una serie di ansie sociali ed economiche che non riguardano il gender. Queste paure si sono coagulate e dislocate nel discorso sul gender. Quando il gender è visto come un segnale di pericolo, può diventare il segnale di molti altri pericoli adiacenti».

«Il termine gender ha attirato una serie di ansie e paure che emergono da diverse fonti, comprese condizioni economiche ed ecologiche. Vederlo in questo modo equivale a dire che non è il gender che spaventa veramente, ma qualche altro senso di ciò che sta accadendo nel nostro mondo e che il gender è solo un surrogato per questa serie di paure». «La prima - ha spiegato - è la convinzione che il gender danneggi i bambini, che sia un’ideologia che indottrina i bambini, che venga imposto in classe o, peggio, che sia un modo per sedurre gli studenti ingenui e innocenti». La seconda paura «è che il gender sfidi sia un ordine naturale sia divino - ha detto - e che vada a cancellare il carattere specifico dei valori maschili e femminili».

«Il terzo punto - ha evidenziato - è che il gender sia pericoloso per la nazione, che rappresenti una minaccia all’identità spirituale o culturale o alla sicurezza naturale. E' quindi necessario, per coloro che studiano il gender, mostrare che sono opinioni sbagliate e confutarle, come spero di fare anche io».

«Viviamo in un tempo nel quale c'è un aumento della violenza contro le donne, contro i bambini, contro le persone omosessuali e contro le persone transessuali. E dobbiamo includere anche i migranti». Lo ha sottolineato la filosofa americana.

«Dobbiamo capire - ha aggiunto - se la violenza ci sia sempre stata e ora sia più pubblicizzata, o se stiamo vivendo in un mondo di guerre, di distruzioni climatiche, di migrazioni, di precarietà economica che sta producendo più paura e rabbia». «Penso - ha detto Butler - che sia estremamente importante opporci a queste forme di violenza, focalizzare l’attenzione pubblica su questi temi e prendere posizione contro la violenza domestica, di genere. E questo nelle scuole, nei discorsi pubblici, a livello di istituzioni religiose, ma anche attraverso la legge. Abbiamo bisogno di più esponenti politici che prendano posizione contro queste violenze».

«Dobbiamo riflettere su cosa intendiamo quando parliamo di famiglia tradizionale. Quante famiglie tradizionali divorziano, vivono secondi matrimoni, diventano famiglie allargate. La distinzione è fra famiglie buone e famiglie cattive». «Le famiglie - ha aggiunto Butler - sono buone quando i figli sono amati, protetti, curati. Quando una famiglia protegge i figli e crea per loro un ambiente ideale per farli fiorire, è una buona famiglia. Ci sono famiglie buone e cattive, sia fra quelle tradizionali sia fuori da questo paradigma».

In un’aula magna gremita, questo pomeriggio Butler ha ricevuto il dottorato honoris causa dal rettore di Uniba, Stefano Bronzini, per la sua lotta per la giustizia, l'uguaglianza, la non violenza. E per il suo contributo allo sviluppo della teoria queer. «Questa - ha detto Bronzini - è un’università al plurale». «L'università - ha aggiunto il rettore - ha il compito di formare, educare e ricercare nuove vie di sviluppo. Questo non vuol die che domani il mondo sarà diverso, o più buono, ma bisogna lavorare in questa direzione». Dal palco Bronzini ha inoltre evidenziato che le «voci di saggezza devono assumere tonalità sempre più alte».

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