BARI - La Sud Fondi della famiglia Matarrese aveva già notificato l’atto di pignoramento nei confronti del Comune di Bari per ottenere il pagamento degli 8,7 milioni di danni (11 con gli interessi) riconosciuti a settembre dalla Corte d’appello per la vicenda di Punta Perotti. Ma ieri i giudici hanno deciso di fermare tutto: bisognerà aspettare il pronunciamento della Cassazione.
Sono stati gli stessi giudici di appello (sezione feriale, presidente Calia Di Pinto, relatore Calia, a latere Labianca) a sospendere ieri l’esecutività della sentenza pronunciata dalla Terza sezione (presidente e relatore Manzionna). Ribaltando la decisione di primo grado, la Corte aveva in sostanza stabilito che nel 1995 i Matarrese avviarono i lavori facendo affidamento su un permesso di costruire apparentemente regolare che solo molti anni dopo altri giudici avrebbero dichiarato illegittimo. È lo stesso meccanismo logico-giuridico in base a cui, nel 2001, i costruttori furono assolti dall’accusa di lottizzazione abusiva, salvo subire la confisca dei suoli a sua volta annullata dopo il pronunciamento della Corte europea dei diritti dell’uomo e la condanna dell’Italia a risarcire Sud Fondi, Mabar e Iema con 49 milioni di euro a compensazione della mancata disponibilità delle aree...
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