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Bari, da Lama Balice a S. Spirito quante orme di dinosauro alle porte del capoluogo

 
Barbara Minafra

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Barbara Minafra

Bari, da Lama Balice a S. Spirito quante orme di dinosauro alle porte del capoluogo

Già 4 anni fa i primi ritrovamenti di impronte degli studiosi del dipartimento di Scienze della Terra e GeoAmbientali

Lunedì 10 Luglio 2023, 12:57

BARI - «La presenza di impronte di dinosauro rappresenta un importante contributo alla conoscenza dei paleoambienti cretacici». Uno studio del Dipartimento di Scienze della Terra e GeoAmbientali dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, già nel 2019 svelava cosa nasconde il fondo della cava abbandonata dentro il Parco Naturale Regionale Lama Balice, circa 500 ettari tra Bari, Modugno e Bitonto. Al momento, l’ambizione di avere «un potente strumento educativo e culturale» come indicato nelle conclusioni dell’articolo pubblicato sulla rivista scientifica Società Geologica Italiana, resta un obiettivo ma la ricerca racconta un altro pezzo della «Puglia preistorica» che la recente scoperta di orme di dinosauro sul vicino litorale di Santo Spirito, a nord di Bari, ha riportato alla luce.

Una convenzione stipulata tra l’Ente Parco, l’Università di Bari e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana, aveva consentito negli anni scorsi l’accesso e l’analisi stratigrafica delle rocce che compongono la lama e la raccolta di 54 campioni. Lo studio in situ della superficie e i dati elaborati digitalmente hanno poi svelato impronte preziose. Quelle «meglio conservate ci hanno permesso di riconoscere la presenza di Teropodi, Anchilosauri e probabilmente Sauropodi. Tutti i taxa riconosciuti appartengono a dinosauri di taglia medio-piccola». Lo scrive il geologo Marco Petruzzelli, primo autore della pubblicazione scientifica firmata anche da Stefano Cardia, Antonietta Cilumbriello, Ruggero Francescangeli, Rafael La Perna, Maria Marino, Antonella Marsico, Fabio Massimo Petti, Luisa Sabato, Luigi Spalluto, Eliana Stigliano e Marcello Tropeano.

In «Superfici di interesse culturale geo-paleontologico con orme di dinosauro del Cretaceo (Albiano superiore): l’esempio di Lama Balice nella Città Metropolitana di Bari» viene prospettata la possibilità di tracciare un percorso naturalistico che conduca alla superficie della cava con le orme di dinosauro e di sviluppare così un «potenziale attrattore scientifico, didattico e culturale ubicato in una posizione strategica». Soprattutto, si «conferma che il sito di Lama Balice debba essere considerato un geosito di rilevanza nazionale, essendo una rara testimonianza dell’ambiente che nel Cretaceo ha caratterizzato il tratto della piattaforma carbonatica che oggi rappresenta l’ossatura del rilievo murgiano».

Nello studio di Uniba si legge che le orme dei dinosauri sono emerse nella ex-cava Selp, compresa nel perimetro del Parco e sono impresse nei depositi cretacei del Calcare di Bari. Aperta ad anfiteatro sul fianco sinistro di Lama Balice, la cava si trova in prossimità della strada provinciale 156 Bitonto-Aeroporto di Bari-Palese, alle spalle della Chiesa rurale dell’Annunziata. Sul fondo, due aree liberate dalla vegetazione e dai detriti, hanno mostrato la “presenza di orme, sia isolate che organizzate in piste”. In particolare sono apparsi anche alcuni abbinamenti zampa mano-zampa piede. «Le misure rilevate per la coppia mano-piede meglio preservata indicano 25 cm di lunghezza e 28 cm di larghezza per il piede, e una lunghezza di 6 cm e 10 cm di larghezza per la mano».

Le caratteristiche osservate consentono di attribuire le orme a dinosauri quadrupedi, probabilmente appartenenti al gruppo degli Anchilosauri, che erano erbivori pesantemente corazzati. Altri tipi di orme potrebbero essere di Sauropodi, anch’essi erbivori a 4 zampe e dal collo lungo. Altre ancora, farebbero pensare al gruppo dei Teropodi, dinosauri carnivori ad andatura bipede. Il passaggio di questi esemplari, ipotizzata per le orme trovate sul litorale di Santo Spirito, è stato segnalato anche nella cava San Leonardo, a un chilometro dalla formazione carsica del Pulo di Molfetta.

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