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Bari, «La festa e il culto nicolaiano possono ambire a patrimonio Unesco»

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Bari, «La festa e il culto nicolaiano possono ambire a patrimonio Unesco»

Una suggestione di Romito «per una città capitale mediterranea»

Mercoledì 31 Maggio 2023, 13:09

Consigliere Fabio Romito, le tradizionali giornate della festa di San Nicola hanno rinnovato la connessione sentimentale tra Santo e popolo, confermando la proiezione internazionale della città nicolaiana. Si può fare un bilancio guardando al futuro? Come si può consolidare la dimensione di Bari porta d’Oriente legata alla dimensione cristiana di San Nicola?

«Il bilancio è certamente positivo e lo dobbiamo al nostro “fuoriclasse assoluto”: San Nicola. Il Santo più venerato al mondo, in grado di unire popoli, religioni e culture assai diverse tra loro. Unico piccolo rammarico per quei giorni? Le condizioni meteo non eccellenti. Molto bello è stato invece il corteo storico, che deve essere irrobustito sempre più dalle nostre straordinarie capacità artistiche, come dimostrato anche quest’anno dalla performance di Elisa Barrucchieri».

Cosa non ha funzionato nelle precedenti visioni della festa patronale?

«Probabilmente il servizio di trasporto pubblico andava potenziato e andrebbero mitigati i troppi disservizi arrecati ai pazienti e devoti residenti. Poi credo sia arrivato il momento di internazionalizzare davvero la festa: perché non realizzare la più grande regata internazionale del Mediterraneo in onore del Santo arrivato dal mare? Bisogna investire sull’appeal internazionale dei festeggiamenti, perché il nostro Santo è già noto e amato in tutto il mondo. Mi piacerebbe anche immaginare un festival internazionale di musica e arte in grado di diventare un appuntamento fisso con le eccellenze d’Europa».

San Nicola può diventare anche icona e messaggero di pace e speranza, secondo monsignor Satriano per l’Est Europa.

«Nelle giornate nicolaiane di maggio il nostro Vescovo ha saputo parlare al cuore dei popoli con semplicità e tanta fede. Che bello poi il riferimento ai “ricci vacanti”! La Chiesa rappresenta in Italia un patrimonio di valori imprescindibile per la nostra Comunità».

Il ruolo nicolaiano può diventare un prezioso ponte verso l'Est, adesso al centro di un doloroso conflitto...

«Il Santo Nicola non è solo il Santo dei baresi perché il suo messaggio trascende i confini e riscalda i popoli in tutto il pianeta: è patrimonio di tutta l’Umanità. Sarebbe bello candidare a Patrimonio Immateriale dell’Unesco il culto e i festeggiamenti di San Nicola, costituendo una Commissione di storici, universitari, esperti, fedeli. La nostra festa deve puntare più in alto, e diventare appuntamento annuale per il dialogo fra i Paesi del Mediterraneo, in onore di un “Uomo”, poi divenuto “Santo”, venuto dalla Turchia per unire e dare coraggio a milioni di fedeli e non. Si tratta di un progetto ambizioso cui bisogna iniziare a lavorare da subito, tutti insieme senza alcuna distinzione».

Bari può ambire ad una più marcata centralità geopolitica nel «Mare Nostrum»?

«La nostra città ha davvero tutto per poter brillare e diventare la “Capitale del Mediterraneo”, bisogna però fare uno sforzo concreto per uscire dalla nostra zona di comfort e provare a guardare al futuro con più intraprendenza e una chiave di lettura più ambiziosa e culturale, solo così potremo fare il salto di qualità che Bari merita. Grazie San Nicola!».

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