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L'invito a Bari: «Fate una spesa intelligente»

 
Flavio Campanella

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Flavio Campanella

L'invito a Bari: «Fate una spesa intelligente»

Calano i prezzi su base mensile, ma alcuni prodotti rincarano

Martedì 09 Maggio 2023, 12:15

BARI - L’inflazione sale (ad aprile +8,3% su base annua da +7,6% del mese precedente), ma stavolta non a causa dei beni alimentari (ma dei beni energetici), i cui prezzi hanno subito un rallentamento sia riguardo ai lavorati (da +15,3% a +14,7%) sia rispetto ai non lavorati (da +9,1% a +8,4%). Il raffreddamento è stato addirittura più evidente in provincia di Bari, dove, secondo le rilevazioni dell’Istituto pugliese per il consumo (cui sono affiliate le 15 associazioni di consumatori più rilevanti a livello nazionale e regionale), fatte nei mercati coperti di Santa Scolastica in via Papa Giovanni XXIII, Madonna del Carmelo in corso Mazzini e dell’ex Manifattura in via Ravanas, e in decine di supermercati della provincia (a Bari Coop di viale Pasteur, Deca, De.co, Dok, Famila, Lidl, fra gli altri), si è registrato un -0,7% su base mensile (quindi rispetto a marzo) e un +7,1% su base annua, considerando i listini di pesce, olio, pasta, pane, salumeria, formaggi, carne, frutta fresca, legumi, ortaggi e verdure.

La diminuzione congiunturale segue un periodo di rialzi (+3,1%, +2,4% e +1,2% nei primi tre mesi del 2023), mentre si nota una tendenza all’assestamento su base annuale (già a marzo si era verificata una discesa al 9,5% rispetto allo stesso periodo del 2022). Resta il fatto, però, che la stangata per le famiglie rimane, non soltanto perché crescono i costi per le bollette, ma anche perché il potere d’acquisto rimane debole, visto che gli incrementi in busta paga sono insignificanti e di percentuale largamente inferiore rispetto all’incremento della spesa degli ultimi mesi. Il Codacons ha calcolato un maggior esborso pari a 2.428 euro annui per la famiglia tipo che sale a 3.144 euro per un nucleo con due figli.

Insomma, l’emergenza non è affatto superata. Anche perché, sebbene ad aprile si sia speso complessivamente meno rispetto al marzo scorso (ma comunque il 7,1% in più rispetto ad aprile 2022), le uscite di ciascuna famiglia barese sono dipese anche dai prodotti messi nei carrelli (o nelle buste). In pescheria, ad esempio, c’è stato un incremento del 3%, causato soprattutto da canocchie (+20,6%), calamari (16,6%), sogliole (+13,7%) e merluzzi (+10,9%). Ma chi ha scelto diversamente ha pagato il 19,4% in meno gli sgombri, il 7% in meno i gamberoni e, se ha voluto cucinare un sugo gustoso, il 9,5% in meno gli scorfani. Lo stesso vale per la carne, in aumento del 2% per effetto principalmente di fettine di cavallo (+16,9%), cosce di tacchino (+12,6%) e ali di pollo (+11,4%): il risparmio rispetto a qualche settimana prima è arrivato comprando il filetto di pollo (-6,5%), le fettine di maiale (-5,7%) e le bistecche di manzo (-5,4%).

Anche per frutta fresca (+1,1%) e salumi (+0,2) c’è stato un ritocco verso l’alto (con la mortadella schizzata del 26,3%), ma chi ha comprato arance, banane e fragole oppure crudo e bresaola ha goduto di una riduzione fra il 5 e il 10%. Per tipologia, il contenimento dei prezzi ha riguardato principalmente ortaggi e verdure (-5,5%), ma non la cipolla bianca (+19,6%), i cavoli (+14,6%) e le bietole (+10,6%), e anche pane e pasta (-2,8%), ma non il pane di farine integrali (+2,8%), l’olio (-2,3%; olio di semi di girasole -14,7%), i legumi (-1,8%; piselli -9%) e i formaggi (-0,4%), ma non il parmigiano reggiano (+8,8%).

L’apparenza inganna (o deforma la realtà), perché ortaggi e verdure, che sul breve periodo sono risultati più convenienti, sul lungo periodo non lo sono affatto, visto che rispetto a un anno fa sono aumentati del 13%, con la patata che ha subito il rincaro maggiore pari al 60,9%. Gli alimenti una volta più a basso costo adesso si pagano, anche se sono essenziali. o comunque di largo consumo. Al banco dei formaggi (+14,5% su base annua) la mozzarella ha subito un rincaro in un anno del 24,2%. Per quanto riguarda pane e pasta (+10,1%) i prodotti di grano duro o integrali sono ormai praticamente un lusso. Riguardo al pesce, i calamari sono rincarati di due terzi, di un quarto la sogliola e di quasi il 20% le spigole (e pure le orate sfiorano il +15%). Se ci aggiungiamo i legumi (+9,4%), la carne (+5,7%) e l’olio (+3,8%) il quadro è completo (il ritocco in salumeria è limitato: +0,4%). Solo per la frutta fresca c’è un calo su base annua (-1,9%) rispetto all’aprile del 2022. Ma... accidenti alle banane (+26,3%)!

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