BARI - Quasi settemila studenti fuori sede alla ricerca di residenze universitarie a fronte di nemmeno duemila posti letto disponibili (esclusi i singoli privati): è questa la sintesi, riguardante il capoluogo, contenuta nel rapporto Lo student housing tra Pnrr e mercato realizzato da Scenari Immobiliari e Camplus. La proporzione è dunque di una domanda soddisfatta su tre, senza considerare però un altro dato: fra i circa 50mila frequentanti i tre atenei baresi (Uniba, Poliba e Lum), sono più di 16mila gli iscritti provenienti dal resto della provincia e della regione (prevalentemente) e potenzialmente interessati a una dimora. Ciò significa che il tasso di copertura per la categoria di giovani che decide di spostarsi in città per studiare e che si mette alla ricerca di una sistemazione è appena superiore al 10%, considerando sia la proposta complessiva istituzionale (pari all’80%), garantita da una parte dalle residenze convenzionate con gli enti regionali (75%) e dall’altra dai collegi universitari di merito e dalle residenze dell’Associazione italiana dei collegi e delle residenze universitarie, sia le erogazioni dei soggetti privati (che rappresentano il 20% dell’intera torta).
A Bari la stragrande maggioranza dei posti letto è garantita dalla Adisu (Agenzia per il diritto allo studio universitario della Regione Puglia) grazie alle residenze sparse nel capoluogo («R. Dell’Andro» in via Camillo Rosalba, «A. Fraccacreta» in largo Fraccacreta, «P. Mennea» in via Amendola, «B. Petrone» in via Salvemini, «V. Diomede Fresa» in via Colajanni, «V. Starace» in via Carabinieri G. Del Conte), cui si aggiungono le stanze garantite dai privati: per dire, Campus X in via Gino Strada ne ha 320. Secondo Scenari Immobiliari e Camplus sono attualmente 1.340 i posti letto relativi all'offerta strutturata (di cui 1.120 garantiti dall’Adisu) e 540 quelli gestiti dai privati, per un totale di 1.880 alloggi, un numero che permette la collocazione ad appena l’11,8% dei fuori sede.
Il fabbisogno stimato dell’offerta di posti letto dovrebbe invece essere pari ad almeno il 20% (che è il tasso di copertura medio europeo), per cui ne sarebbero necessari altri 1.490. Secondo le rilevazioni riportate nell’indagine, attraverso i bandi del Pnrr (riforma 1.7 «Alloggi per gli studenti e riforma della legislazione sugli alloggi per gli studenti») e 90 milioni di investimento sarebbe possibile raggiungere l’obiettivo. Del resto, si registra un forte interesse riguardo agli investimenti in alloggi per studenti fuori sede, anche grazie alla spinta del Piano nazionale di ripresa e resilienza, vista la predisposizione (più nazionale che locale) a intraprendere progetti di riqualificazione e riconversione immobiliare. «In generale nel mondo dell’housing universitario - sottolinea Maurizio Carvelli, fondatore e amministratore di Camplus - c’è stata una vera e propria rivoluzione copernicana. Abbiamo infatti scoperto quanto sia determinante un rapporto vero tra pubblico e privato in questo settore. Il mercato ce lo chiede, il numero di posti letto da raggiungere è ambizioso ma ci sono le risorse per farlo quindi quello che serve è un vero cambio di mentalità».
Per il momento (e chissà per quanto ancora) è inevitabile, però, che si cerchi altrove. Il mercato delle stanze locate da privati cittadini è ancora fiorente, ma molto è cambiato a Bari rispetto a qualche anno fa, cioè da quando nel capoluogo è arrivata la concorrenza dei B&B e degli affittacamere. Trovare un posto letto nelle zone centrali è praticamente impossibile, ma anche anche spingendosi verso la periferia la ricerca è diventata complicata, visto che ormai chi ha a disposizione un immobile preferisce gli affitti brevi da destinare ai turisti (in pochi giorni ti garantiscono lo stesso introito). Ammesso che si riesca a trovare la soluzione, va messo in conto che per avere una stanza è necessario spendere mediamente 325 euro al mese, senza considerare luce e gas, ma anche alimenti e spese varie.