BARI - «Appare preponderante l’interesse pubblico alla prosecuzione del rapporto concessorio con l’attuale titolare dello stabilimento balneare tenuto conto sia dell’imminente avvio della stagione estiva, che comporta la difficile individuazione di un sostituto, sia della necessità che la struttura nel suo complesso non vada incontro ad incuria». Con questa sintetica motivazione il Tar ha accolto l’istanza cautelare del Trampolino, la società dell’omonimo e storico stabilimento balneare, alle porte del quartiere San Girolamo in strada Cipparoli, sospendendo l’efficacia della determina dirigenziale con cui il 14 marzo scorso la Ripartizione Sviluppo Economico del Comune aveva disposto la decadenza della concessione demaniale marittima, ingiungendo la liberazione entro 30 giorni.
L’estate del Trampolino, quindi, è salva, dal momento che i giudici hanno fissato per la trattazione di merito del ricorso l’udienza pubblica del 4 dicembre 2023. La società è assistita dagli avvocati Leonardo Patroni Griffi e Gianluigi Pellegrino, il Comune da Michele Dell’Anna e Camilla Caporusso.
La decadenza della concessione - Il provvedimento di decadenza della concessione, impugnato dalla società, era stato adottato dal Comune all’indomani di una lunga attività di ispezione e di sopralluoghi effettuati dalla Guardia di Finanza. La concessione per la struttura demaniale marittima, che ha oltre sessant’anni, di oltre 5.900 metri quadri (di cui 4.700 di superficie scoperta), era stata ottenuta nel 2014 e prorogata a maggio 2021 fino a dicembre 2033 (comunque almeno fino a tutto il 2023 sulla base delle più recenti novità legislative). Senonché a settembre 2022 la Gdf ha rilevato una serie di irregolarità, edilizie e gestionali, dalla sostituzione della copertura del pergolato del ristorante alla «non consentita cessione dell’intero rapporto concessorio».
Alla base della decadenza, infatti, ci sarebbero presunte violazioni nell’affidamento dei servizi ad altre società. In particolare, secondo la ricostruzione degli atti amministravi, alla Vistamare, società titolare dell’autorizzazione solo per la gestione di attività secondarie (su bar e ristorazione) ma che «di fatto - si legge nella documentazione del Comune - gestiva l’intero stabilimento balneare con proprio personale, in assenza di titolo». A sua volta Vistamare aveva stipulato con la società Beldeg un contratto di sublocazione.
Il ricorso - La società Trampolino, prima di ricorrere al Tar, aveva presentato memorie per ribadire la regolarità delle procedure, specificando anche che alcune opere edilizie contestate a gennaio scorso con un distinto provvedimento comunale della Ripartizione Urbanistica perché senza autorizzazione «costituiscono un intervento d’urgenza dovuto alla constatazione della forza dei venti di scirocco e di maestrale, mai manifestatosi negli anni precedenti con l’intensità irresistibile delle ultime tempeste del periodo 2019/2020 e che sono ascrivibili ad attività di manutenzione ordinaria e straordinaria legittimabili con Cila tardiva».
Controdeduzioni tutte respinte dal Comune e che ora dovranno essere valutate dal Tribunale amministrativo.
La contesa davanti ai giudici - In particolare la società ha spiegato, prima al Comune e poi ai giudici, che era stata autorizzata ad affidare la gestione di bar, parcheggio e piscina a Vistamare, oltre alla vendita di biglietti e abbonamenti per le 475 postazioni di cui è dotato lo stabilimento. Sulla sostituzione del pergolato, la società spiega che è stata «dovuta ai danni generati dal maltempo e al pericolo costituito dalla copertura danneggiata e a rischio distacco».
La società lamenta - nel ricorso al Tar - che il Comune ha «omesso di previamente intimare la eventualmente ritenuta necessità di regolarizzazione, nonché omesso di considerare le implicazioni connesse all’imminente della stagione estiva e alla ugualmente imminente scadenza della concessione, che esclude che possa nelle more utilmente disporsi del bene garantendo il servizio al pubblico cui è destinato».
La società «gestisce lo stabilimento da decenni con indiscussa soddisfazione dell’utenza - conclude il ricorso - . Interrompere ora la gestione a pochi giorni dall’inizio dell’allestimento della stagione estiva provoca un danno gravissimo alla ricorrente e all’interesse pubblico, che certo non potrebbe individuare un sostituto (con conseguente perdita di lavoro di diverse decine di addetti e dell’indotto e la chiusura improvvisa di uno storico stabilimento balneare barese) in vista peraltro delle note imminenti gare generalizzate che dovranno svolgersi nei prossimi mesi; per non dire delle problematiche connesse alle opere di difficile rimozione e il conseguente disagio all’utenza in piena stagione estiva». Una valutazione, almeno in fase cautelare, condivisa dal Tar.