Sabato 06 Settembre 2025 | 19:36

Il giallo di Santeramo, parla un familiare: «Il marito a Michelle: “Datti fuoco”»

 
Isabella Maselli

Reporter:

Isabella Maselli

Il giallo di Santeramo, parla un familiare: «Il marito a Michelle: “Datti fuoco”»

Il racconto choc nelle indagini difensive sui maltrattamenti

Domenica 09 Aprile 2023, 12:26

SANTERAMO IN COLLE - Non solo sarebbe stato «solito umiliare, anche pubblicamente, sua moglie, ma in alcune circostanze l’aveva offesa invitandola proprio a “darsi fuoco”». È una delle testimonianze rese da alcuni famigliari di Michelle Baldassarre, la 55enne morta a Santeramo in Colle il 9 febbraio, e raccolte nelle indagini difensive depositate in Tribunale dai legali di figlie e fratelli della vittima.

Una frase ancor più agghiacciante se si pensa che il corpo di Michelle fu trovato in campagna trafitto da una lama e carbonizzato. La frase riferita da uno dei famigliari della donna viene attribuita al marito dal quale la 55enne si stava separando.

Lei lo aveva denunciato poco prima di Natale per maltrattamenti. L’uomo, Vito Passalacqua, in 48 ore finì agli arresti domiciliari ed è tuttora detenuto. La donna è stata poi accolta per alcune settimane in una casa rifugio e alcuni giorni dopo essere tornata a Santeramo è morta. L’ipotesi alla quale tutti sembrano credere è quella del suicidio, del gesto estremo.

Sulla storia di Michelle la Procura ha avviato due indagini: quella sui maltrattamenti, affidata alla pm Silvia Curione, che è già a processo (l’ex marito, assistito dagli avvocati Nicola Lanzolla e Maurizio Tolentino, ha chiesto il patteggiamento a 3 anni e 6 mesi di reclusione) e quella sulla morte, in mano al pm Baldo Pisani che ha ipotizzato l’istigazione al suicidio.

Nell’ultima udienza del processo sui maltrattamenti, gli avvocati Michele Laforgia e Maria Pia Vigilante, che assistono le figlie e i fratelli della vittima, hanno depositato una memoria sollecitando la contestazione di una aggravante: maltrattamenti aggravati dalla morte. E, per dimostrare il nesso tra i due fatti, hanno prodotto le dichiarazioni di alcuni famigliari. «I motivi scatenanti» delle presunte aggressioni verbali alla moglie «erano i più insulsi - ha detto un parente - : da una giocata a carte a uno sguardo a qualsiasi cosa. Il tipo di insulto era completamente smisurato rispetto all’evento; evidentemente nascondevano qualcos’altro. In dialetto le rivolgeva i più brutti improperi. Mi viene in mente, ad esempio, la frase “datt fuec” ovvero datti fuoco in dialetto santermano».

La psicologa della casa-rifugio dove Michelle è stata ospitata dopo le denunce degli abusi subiti ha confermato che la donna «aveva uno stato di profonda sofferenza in cui si alternavano emozioni di rabbia e tristezza; spesso in una condizione di dissociazione sul piano mentale, come se fosse “congelata” sul piano emotivo. Si tratta di una difesa psichica che si attiva frequentemente nelle persone traumatizzate e che si osserva di frequente nelle donne vittime di violenza».

Una volta tornata a casa, i suoi famigliari hanno spiegato di averla vista «sempre molto preoccupata, assillata da pensieri e paure. Si era persa in questo turbinio di paure, che erano il frutto delle aggressioni verbali subite». «Erano così forti le pressioni e le umiliazioni che Michelle riceveva in quel periodo - ha raccontato un’altra famigliare, riferendo fatti accaduti tempo prima - che tentò il suicidio».

Una profezia che, purtroppo, si è tragicamente avverata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)