SANTERAMO IN COLLE - Domani approda in aula la vicenda dei presunti maltrattamenti su Michelle Baldassarre, la 55enne di Santeramo in Colle il cui corpo trafitto e carbonizzato è stato trovato in campagna il 9 febbraio. Alla sbarra, ai domiciliari dal 23 dicembre, il marito dal quale la donna si stava separando e che lo aveva denunciato facendolo finire in arresto.
Prima che la 55enne venisse trovata morta (sul decesso è in corso una indagine per istigazione al suicidio) la Procura aveva chiesto il giudizio per l’uomo per i presunti maltrattamenti. Lui ha chiesto il rito abbreviato e l’udienza è stata fissata per domani.
La denuncia risale al 21 dicembre 2022. Michelle Baldassarre trova il coraggio di formalizzare le accuse al marito dopo l’ennesimo episodio di violenza. Nella querela raccontava gli ultimi due mesi di presunte sopraffazioni, fisiche e psicologiche, lasciando trapelare riferimenti ad anni di presunte vessazioni. Descriveva nel dettaglio due aggressioni: a ottobre, la prima, quando durante un brusco litigio in casa l’uomo avrebbe lanciato un piatto contro di lei, colpendola alla testa; il 20 dicembre, la seconda, quando la situazione sarebbe degenerata e il marito l’avrebbe presa a schiaffi. Meno di ventiquattr’ore dopo, Michelle decide di denunciarlo. Due giorni dopo lui finisce agli arresti domiciliari e lei viene accolta in una casa protetta, dopo essersi rivolta ad un centro antiviolenza, dove resta per alcune settimane.
Da allora Passalacqua è detenuto, a casa di un amico, con il permesso di uscire 8 ore al giorno, quattro la mattina e quattro il pomeriggio, per andare a lavorare nel suo studio professionale. E lo era anche il giorno in cui la moglie, ormai fuori dalla comunità, è stata trovata morta.
L’inchiesta per maltrattamenti è stata coordinata dalla pm Silvia Curione, mentre quella per istigazione al suicidio, a carico di ignoti, è affidata al collega Baldo Pisani.
Nell’ambito di questa seconda indagine Passalacqua è persona offesa, come gli altri famigliari. Per la vicenda dei maltrattamenti ed escludere un suo eventuale coinvolgimento, l’uomo subito dopo il ritrovamento del corpo fu perquisito, al apri di casa e ufficio e furono visionate telecamere di videosorveglianza e analizzati i tabulati telefonici. Nelle scorse settimane è stato anche sentito dai carabinieri come persona informata sui fatti, per ripercorrere minuto per minuto la sua giornata, tra impegni di lavoro e spostamenti, confermando che il pomeriggio del 9 febbraio lui era altrove.
Intanto la Procura continua a raccogliere elementi utili a ricostruire le ultime ore di vita della donna. Il contesto è quello di una moglie presunta vittima di maltrattamenti da parte del marito dal quale si stava separando e finita per alcune settimane in una casa protetta gestita da un centro antiviolenza. Una volta tornata a Santeramo la tragica fine sulla quale i dubbi sono ancora tanti.
A partire dal messaggio che il pomeriggio del ritrovamento del suo corpo è stato inviato dal cellulare della vittima a quello di una figlia con l’indicazione della posizione: proprio il luogo dove è stato poi trovato il cadavere.
Alcune determinanti risposte potrebbero arrivare dall’autopsia, eseguita dal medico legale Francesco Vinci con il tossicologo Roberto Gagliano Candela, il cui esito ancora non si conosce. I dati al momento certi sono la lama infilzata nel torace e le tracce di monossido di carbonio trovate nella trachea che dimostrerebbero che era ancora viva mentre le fiamme bruciavano. L’ipotesi al momento ritenuta più verosimile, sulla base dei risultati degli accertamenti di queste prime settimane, è sempre quella del gesto volontario. Suicidio che – ritengono gli inquirenti - potrebbe essere stato indotto da qualcuno.