GRAVINA - Ultima o penultima puntata per il cine-teatroSidion? Il capolinea di una sala cinematografica che da qualche giorno aveva cominciato a mettere in conto un finale senza ritorno, potrebbe essere più lontano. A 24 ore dall’appuntamento con l’ufficiale giudiziario, fissato per domani, trapela una doppia possibilità, probabilmente frutto di quel “non molliamo” che gli attuali gestori, il prof. Michele Mastrogiacomo e i suoi figli, ripetono come un mantra, mettendosi contro anche il resto della famiglia, gli altri quattro proprietari del cinema.
Accanto all’ipotesi tuttora in piedi, che domani pomeriggio sia data esecuzione della chiusura, togliendo le chiavi della struttura a coloro che, in quanto unici gestori, da sempre si sono occupati di amministrarla, manutenerla e di curarne la programmazione cinematografica, sarebbe contemplata anche una alternativa: tenere le saracinesche alzate ancora per pochi mesi.
Complice l’impossibilità di smantellare nell’immediato la sala grande, per la non disponibilità degli operatori addetti, impegnati in questo periodo in festival di settore, i gestori del Sidion avrebbero chiesto per iscritto una proroga, posticipando a settembre/ottobre l’addio. La risposta affermativa o negativa arriverà domani, direttamente dalla voce dell’ufficiale giudiziario, il funzionario incaricato di dare materialmente esecuzione ai provvedimenti decisori di un giudice, anche alla presenza dei legali dei restanti quattro proprietari.
Al di là di ogni legittima motivazione, il colpo che potrebbe essere inferto a Gravina con la chiusura dell’unico cinema superstite è notevole, e non passa nell’indifferenza generale. Per questo, per i gestori, tuttora contrari alla vendita della struttura e quindi alla chiusura, e per l’intera città,un rinvio significherebbe quantomeno proseguire con la stagione cinematografica e, al contempo, lasciare aperta una porta, con la speranza che una luce entri senza bussare. Sulla carta qualche chance di proroga c’è. Perché, come sul grande schermo anche nella realtà “Tutto può succedere”… prendendo in prestito il titolo della fortunata commedia americana del 2003.