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«Ossessionato» da Santa: killer e persecutore non si pente dopo 32 anni

«Ossessionato» da Santa: killer e persecutore non si pente dopo 32 anni

 
Giovanni Longo

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Giovanni Longo

«Ossessionato» da Santa: killer e persecutore non si pente dopo 32 anni

Chiesto l’arresto per il 63enne Dimauro, oggi ai domiciliari

Mercoledì 29 Marzo 2023, 07:00

13:35

Bari - Dal 1991, quando uccise Santa Scorese, sino ad oggi, quando è finito ai domiciliari con l’accusa di stalking, non è cambiato molto. Giuseppe Dimauro, 63 anni, continua ad essere «ossessionato» da Santa e dalla sua famiglia. Quasi che il «tempo trascorso e le cure cui era stato sottoposto non avessero avuto alcuna influenza su di lui». È uno dei passaggi chiave dell’ordinanza con la quale il gip del Tribunale di Bari Giuseppe Battista ha disposto i domiciliari nei confronti dell’uomo, accusato di atti persecutori. La vittima questa volta è Rosa Maria Scorese, 59 anni, sorella di Santa. Dal femminicidio avvenuto a Palo del Colle il 16 marzo 1991, all’arresto per stalking sono trascorsi esattamente 32 anni.

Come anticipato ieri dalla Gazzetta l’indagato sarebbe tornato a tormentare la vita della famiglia Scorese con lettere, messaggi audio chat sui social dal contenuto inquietante, provocando nella quotidianità di Rosa Maria Scorese e della sua famiglia, paura per la loro incolumità, e un perdurante stato di ansia. Nei suoi confronti, ricordiamo, nel 1992 venne emessa una sentenza di non luogo a procedere per vizio totale di mente. Dieci anni in un manicomio criminale, una ulteriore proroga, un periodo di libertà vigilata e, dal 2014, nessuna restrizione.

Adesso, nel mirino dei carabinieri coordinati dalla Procura di Bari almeno cinque tra mail, messaggi su messanger e messaggi audio inviati tra giugno e settembre 2022. «Se Santa mi avesse pregato di non ucciderla, quella sera, non l’avrei uccisa», ha scritto Dimauro. In quelle comunicazioni l’uomo mostra «attenzione per i movimenti e gli spostamenti» della sorella di Santa, contesta la Procura. In quei messaggi, precisa di avere ucciso la congiunta con 4 anziché 14 coltellate, le consiglia di rivolgersi al prof. Churk, genetista americano con l’obiettivo di «far rinascere la vittima», attraverso un non meglio precisato trattamento di maternità surrogata utilizzando il Dna preso dalle cellule delle ossa. Una proposta ovviamente delirante che spaventa Rosa Maria. L’uomo viene bloccato su Messenger. E per un po’ sembra finire lì sino a quando, siamo a fine gennaio, l’indagato lascia la provincia di Bolzano per trasferirsi a Cassano in una Rsa. Palo del Colle, adesso, diventa improvvisamente e pericolosamente troppo vicina.

Il giudice nell’ordinanza evidenzia una «autentica ossessione dell’indagato rispetto alla persona offesa che riflette» quella a suo tempo «coltivata nei confronti di sua sorella Santa, sfociata nel suo brutale omicidio», si legge nelle carte. Insomma, «così come il Dimauro trent’anni fa voleva per sé» Santa «non accettando il suo rifiuto, dopo un così lungo arco temporale ha ora sposato le sue morbose attenzioni sulla sorella Rosa Maria, proponendole la clonazione di santa».

Nella richiesta di arresto giunta sulla scrivania del giudice il giorno prima - la rapidità della decisione è forse un elemento indice del rischio potenziale corso dalla persona offesa - la Procura evidenzia tra l’altro: «Preoccupa non solo l’oggetto della richiesta rivolta alla persona offesa di sottoporsi a pseudo trattamenti di maternità surrogata che non hanno alcun fondamento, men che meno scientifico, ma soprattutto le modalità insistenti di tale richiesta e - non meno - il contenuto delle missive dove non emerge alcun comportamento di resipiscenza ma al contrario quasi un’intimazione a rispondere, a tenere con lui contatti, questo anche di fronte al silenzio della vittima». Ovvero, nessun pentimento per ciò che commise allora.

Infine, «l’indagato non ha mostrato alcun segnale di ravvedimento rispetto all’omicidio, ma al contrario ha iniziato a porre in essere comportamenti persecutori questa volta nei confronti della sorella della vittima di femminicidio e questo è accaduto a distanza di numerosissimi anni».

Il tempo passa, Dimauro non è cambiato.

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