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Da Brescia a Bari: nonno Angelo in fuga in Puglia dopo la guerra compie 101 anni

 
Annadelia Turi

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Annadelia Turi

Quando nonno Angelo scelse Bari, in fuga dopo la guerra

Spegnerà 101 candeline dopodomani. Negli anni ‘40 immigrato da Brescia per amore

Martedì 21 Febbraio 2023, 13:38

16:25

BARI - Spegnerà 101 candeline il 23 febbraio. Ma già pensa ai prossimi compleanni. «Quest’anno sono 101 ma aspetto gli altri» commentava scherzando qualche giorno fa al telefono con i suoi nipoti. Angelo Corti, classe 1922, barese d’adozione e bresciano d’origine. 6 nipoti e 4 pro nipoti. Una vera forza della natura che ha vissuto tante vite in una. Lucido, qualche piccolo acciacco fisiologico dell’età ma soprattutto con tanta voglia di non fermarsi. Forse è proprio questo per Angelo il segreto della longevità.

In casa Corti i figli Michele, Giuseppe e Annamaria stanno preparando una grande festa nella villa di famiglia, nel quartiere Japigia, che l’ultracentenario ha costruito con le sue mani. Già, perché è proprio nel settore dell’edilizia che Angelo ha lavorato per una vita. Da semplice muratore, infatti, è diventato negli anni capo cantiere in una importante impresa che ha realizzato in città varie scuole e persino il centro Don Guanella. La vera particolarità della sua vita è quella di essere diventato un immigrato al contrario decidendo di trasferirsi dalla città di Leno, in provincia di Brescia, a Bari.

La storia inizia nel 43’. Durante l’armistizio, dopo la guerra in Montenegro, da militare (aiuto cuciniere) fuggì rifugiandosi nell’ospedale militare di Bari. Galeotto l’incontro con Margherita che, nel giro di pochi mesi, nel luglio del 1944 diventò sua moglie. Inutili i tentativi di Angelo di rientrare nella sua terra cercando persino di aprire un’attività di vendita di olio pugliese nel Bresciano. A quel punto la decisione di restare a Bari e di mettere radici. E così è stato.

La vera svolta è arrivata nel 1946 con l’impiego in un’impresa edile in concomitanza con la nascita della figlia Annamaria. Una figlia che, dice nonno Angelo, le ha portato tanta fortuna. Tanti anni di lavoro, sacrifici ma soprattutto di impegni dei quali ancora oggi Angelo non riesce a fare meno come ad esempio l’immancabile visita settimanale al cimitero a sua moglie venuta a mancare cinque anni fa. Insomma, nonno Angelo non si ferma mai. All’età di 90 anni, ad esempio, ha preso per la prima e unica volta l’aereo per andare a trovare i suoi familiari a Brescia. Il suo rapporto con la città di Bari? Nonno Angelo si è decisamente integrato ma ha fatto di tutto per conservare le origini a partire dal dialetto bresciano che continua tutt’oggi a parlare nonostante viva nel capoluogo pugliese da 80 anni.

Dialetto barese? Non lo parla e in tanti anni ha voluto conservare l’inflessione dialettale tipica della sua città natale. Insomma davvero una vita movimentata per un uomo che ha vissuto intensamente e che ha ancora voglia di non fermarsi. Intanto i familiari in questi giorni stanno organizzando una grande festa alla quale parteciperanno anche i parenti bresciani. «Siamo stati fortunati ad avere un padre esemplare come il nostro - conclude il figlio Michele - sarà un giorno di grande gioia e davvero gli auguriamo di spegnere ancora tante candeline».

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