BARI - Le restavano tredici ricette rosse per le prescrizioni, non potendo emettere le dematerializzate. Tanto da essere stata costretta a chiedere agli assistiti di rimandare le visite non urgenti o addirittura di cambiare dottore di famiglia. Quanto è successo a Doriana Rivizzigno, 38 anni, medico di medicina generale barese, ha dell’incredibile, soprattutto per le ripercussioni sui pazienti. «Il 2 gennaio scorso sono stata incaricata dalla Asl Bari - racconta - di sostituire temporaneamente un collega malato, il quale, purtroppo il 16 gennaio è morto. È previsto che, in caso di decesso del professionista, il sostituto già designato possa proseguire l’attività per non più di 30 giorni. Infatti, il mio incarico è stato prolungato ufficialmente fino al 15 febbraio. Peccato che per una decina giorni la trasmissione telematica delle prescrizioni al Sistema informativo sanitario territoriale mi si sia stata impedita senza che si riuscisse a sbloccare la situazione».
PROBLEMA - Il problema da poche ore è stato risolto, e sicuramente il fatto che la Gazzetta abbia approfondito, e che qualcuno capace di intervenire ne sia venuto a conoscenza, è stata una coincidenza. Sta di fatto che, senza la possibilità di utilizzare la piattaforma telematica, nella seconda metà di gennaio la dottoressa Rivizzigno ha dovuto fare di necessità virtù per farsi bastare le ultime ricette cartacee ereditate dal collega («le ho centellinate, non sapevo come fare», dice). Nel frattempo, ha cercato in tutti i modi di comprendere l’origine del guaio. «Ho contattato l’Area gestione risorse umane della Asl - afferma - ma mi hanno riferito che non dipendeva da loro. Risultava tutto a posto, ero inserita regolarmente in organico. Mi sono quindi recata alla sede del Distretto unico di Bari in via Caduti di via Fani, dove ho richiesto altri ricettari rossi, in attesa di definire la situazione, ma mi è stato riferito che Edotto (come è chiamato il Sist - n.d.r.) non consentiva il rilascio di ricettari intestati a un medico ormai defunto né a un medico privo di rapporto convenzionale di assistenza primaria. “Ma come?, ho detto loro. Ma se dall’ufficio personale mi hanno detto che è tutto regolare…».
CORTOCIRCUITO - Il cortocircuito è stato evidente, visto che dall’Agru della stessa Asl la proroga risultava in corso. A quanto pare, nemmeno l’azienda che ha realizzato e gestisce Edotto è riuscita a spiegare l’inghippo, anche se poi tutto si è risolto (senza avere certezza di come). La sostanza è che 1.200 pazienti di Carbonara si sono ritrovati nel limbo oppure hanno dovuto andare alla ricerca di un altro dottore, peraltro in un momento di gravi difficoltà causate dalla penuria di professionisti. «In realtà - dice Rivizzigno - sembra che Bari città sia l’unica in Italia in cui non ci sia carenza, o perlomeno non ci sia stata finora. Per poter cominciare questo lavoro ho dovuto trasferirmi prima in provincia di Potenza, poi a Taranto, quindi per due anni alla Casa circondariale di Bari. Dal 1° settembre 2021, oltre alla titolarità della Guardia medica di Cellamare, proseguo con le sostituzioni di medicina generale, in attesa di una convenzione definitiva. Quest’anno nel capoluogo andrà in pensione una ventina di colleghi. Spero di arrivare finalmente al traguardo».