BARI - Scene di ordinaria indifferenza a Bari. Siamo su un bus di linea. Pieno, ma neanche troppo, di pendolari. Uomini in giacca e cravatta, donne con i sacchetti della spesa, ragazzini con gli zaini di scuola. Una nonnina sull'ottantina sale a fatica sull'autobus in una delle fermate del centro. Alle sue spalle un ragazzo, rigorosamente con cuffiette nelle orecchie e faccia sepolta nello schermo dello smartphone.
Scatta la corsa a chi si deve accaparrare i pochi posti a sedere ancora liberi. Il giovane si fionda sul seggiolino, spintonando l'anziana e facendola cadere a terra, il tutto mentre il bus prosegue inesorabile la sua corsa. Il ragazzo noncurante e comodamente seduto continua a fissare il cellulare, con sguardo vitreo. Per lui non è successo niente. La donna invece è ancora lì, per terra, e tra un lamento e l'altro, cerca un appiglio per rialzarsi. Nessuno degli altri viaggiatori, intanto, ha mosso un dito per aiutarla, tranne una ragazza che nel classico gioco di frizione del pullman, tra frenate e accelerate improvvise, le si è avvicinata per sollevarla dal pavimento.
Ottanta chili contro scarsi cinquanta che, insieme, cercano il loro centro di gravità permanente in uno spazio minuscolo e traballante. Non uno sguardo è stato rivolto alle due equilibriste dagli altri utenti, tutti troppo assorti in non si sa bene quali pensieri. «Grazie figlia mia, sei un tesoro». «Prego signora, non c'è di che, la prossima volta però non prenda il bus da sola». «Ma io sono sola», ha sussurrato l'anziana. Parole che rimangono nel vento e che, per chi sa ascoltare davvero, sono un pugno nello stomaco.
La ragazza solo dopo essersi assicurata che l'anziana stesse bene e che fosse ben ancorata alla maniglia del mezzo urbano (visto che nessuno ha minimamente pensato di cederle il posto) scende alla fermata successiva. Con lei, prossimo all'uscita, lo stesso giovanotto indifferente di cui sopra. Ma prima che le porte del bus si chiudano alle loro spalle, la ragazza si toglie un sassolino dalla scarpa. Si rivolge sprezzante al ragazzo e gli dice: «Scusa ma posso sapere quanti anni hai?». Lui bofonchia: «Venti, perché? Che ho fatto?». «Dovresti vergognarti, solo questo», ha sentenziato lei. Già dovrebbero tutti vergognarsi.
Ah maledetta indifferenza, l'ottavo vizio capitale. Il male del secolo che contamina tutto, anche quell'ultimo briciolo di umanità che resta.