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Bari, i ristoratori contro il caos parcheggi: «Ritardi e disdette dai clienti in cerca»

 
Flavio Campanella

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Flavio Campanella

Bari, i ristoratori contro il caos parcheggi: «Ritardi e disdette dai clienti in cerca»

«I monopattini, le bici, i car sharing vanno bene ci mancherebbe, ma dovremmo ragionare sul numero debordante di autoveicoli che tentano disperatamente di entrare tutti insieme in spazi che non possono contenerli»

Mercoledì 26 Ottobre 2022, 13:32

«Un ragionamento serio sulla mobilità sostenibile questa città non l'ha mai affrontato. Siamo indietro anni luce rispetto ad altre realtà europee». Gianni Del Mastro, storico ristoratore di Bari Vecchia, da sempre tra i più attivi nel rappresentare le esigenze degli esercenti baresi (sono recenti le manifestazioni di piazza contro il caro bollette), non ha peli sulla lingua. «Per fare un piano idoneo - dice - ci vogliono competenze che non ci sono e la consapevolezza che Bari ha precise peculiarità. È una città piccola: con la mole di vetture che c'è in giro non ci sono materialmente gli spazi fisici per parcheggiare. I grattini hanno razionalizzato un po', ma hanno soprattutto consentito al Comune di fare cassa, visto che entrano continuamente soldi freschi. Ma non possiamo essere dipendenti da un'idea di mobilità legata al traffico di autoveicoli. Noi commercianti viviamo drammaticamente sulla nostra pelle ogni giorno questa situazione di congestione nel centro cittadino perché i clienti sistematicamente tardano a raggiungere i locali, arrivando spesso anche a disdire le prenotazioni perché non ce la si fa a trovare un posto per la macchina».

SLOGAN Insomma, per chi lavora nel Murattiano la mobilità sostenibile è soltanto uno slogan. Soprattutto se non si riesce a svuotare dalle vetture almeno il quadrilatero. “I monopattini, le bici, i car sharing vanno bene ci mancherebbe - aggiunge Del Mastro - ma dovremmo ragionare sul numero debordante di autoveicoli che tentano disperatamente di entrare tutti insieme in spazi che non possono contenerli. Questo è il problema a mio avviso, su cui ragionare in fretta non solo per le conseguenze ambientali, ma anche perché il traffico veicolare è assolutamente incompatibile con le esigenze di tempo e di una migliore qualità della vita delle persone. Se c’è un flusso così continuo evidentemente c’è qualcosa che non va in chi dovrebbe affrontare la questione con capacità specifiche. Mi riferisco a un piano di mobility management che stento a individuare e che ho la sensazione non sia mai stato realizzato volutamente. Ci sono profili in questa città che da anni provano a dare un contributo, ma che sono stati messi a tacere. In definitiva, al di là dell’iniziativa del Codacons, che ha un respiro corto e simbolico, a preoccuparmi è la risposta del Comune. Bisognerebbe anche ammettere: non è stata mai fatta, nemmeno dalle precedenti amministrazioni, una ficcante campagna di sensibilizzazione rispetto all'abitudine sbagliata di avere l'auto sempre a due passi dalla meta. Insomma: si è mai data una risposta al perché si preferisce intasare il centro? Evidentemente il servizio di trasporto non è abbastanza potenziato e soprattutto integrato. Questa è la prospettiva, magari scomoda, da affrontare. Più comodo è ricorrere alla solita litania dei baresi indisciplinati».

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