BARI - Una vecchia cisterna segreta è l'ultima scoperta. Una cavità ampia, apparsa tra sassi e pavimenti, riaperta per la prima volta ora, dopo gli anni Sessanta. Qui, i guardiani del faro di Bari raccoglievano l'acqua piovana nei tempi in cui San Cataldo era una campagna sul mare, un luogo distante da tutto, in cui si faceva il pane a mano, perché era impossibile ogni giorno andare ad approvvigionarsi in città.
La grande torre bianca veglia Bari e l'Adriatico dal 1869 e di storie ne ha viste tante: ora sembra occhieggiare con curiosità ai lavori in corso ai suoi piedi. E curiosi siamo anche noi, visto che il nuovo «Museo dei Fari e della Radio» sta nascendo insieme ad una serie di interventi previsti quaggiù, tra cielo e mare, dove andremo a passeggiare tra i lampioni storici, ammirando la scalinata-ponte, i nuovi giardini, tutto un parco che sarà come un promontorio sull'azzurro. Né terra, né acqua, un meraviglioso luogo di confine, in un quartiere che ama il suo faro e che non vede l'ora di vederlo aperto a tutti.
Luogo chiave di tutto il progetto è appunto la grande casa ottocentesca sotto il Faro, che da febbraio - a lavori di restauro interno terminati - potrà ospitare l'atteso Museo. Le quattro sale sotto la torre sono pronte a ricominciare la nuova vita e ieri mattina il sindaco Antonio Decaro ha effettuato un sopralluogo con i tecnici e il direttore dei lavori, l'architetto Francesco Sivilli, per valutare lo stato dei lavori. Poi, la passeggiata sul lungomare, dove la gente di San Cataldo si è fermata a fare domande, a chiedere del progetto: «Stiamo andando avanti spediti», ha rassicurato il sindaco e la «gita al faro» si è trasformata in una piccola conferenza cittadina improvvisata, dato che le curiosità incalzavano e Decaro non si è sottratto, dialogando a lungo con i passanti, con lo storico guardiano del faro Gaetano Serafino e con i tre colleghi che ora lo sostituiscono, dopo il suo pensionamento. «Ma certo non mi allontano - dice Serafino - vado a vivere qui vincino». A fianco a lui, qualche pescatore, qualche abitante storico di San Cataldo: «Noi ogni giorno qui abbiamo iodio e magnesio gratis, respiriamo l'aria del mare e teniamo tanto al nostro quartiere. Questo progetto lo renderà ancora più bello».
Il programma è molto fitto ed è frutto di una serie di accordi: grazie all'impegno di Regione Puglia e Comune di Bari, insieme alla Marina Militare, un protocollo di collaborazione ha permesso il primo avvio di un iter complicatissimo che beneficia dell'intervento finanziato nell'ambito di «CoHeN - Coastal Heritage Network» - Programma Interreg V/A Grecia-Italia 2014-2020. Complici gli accordi con MariFari Taranto, il Comune ha ricevuto l'intero piano terra del faro ed è qui che nasceranno le prime sale del Museo. Poi, da febbraio, quando i locali saranno risanati, sarà la Regione Puglia, nell'ambito del progetto CoHen, a provvedere all'allestimento: ci saranno le storie di fari e di faristi, le voci narranti che racconteranno passato e presente non solo di questo ma anche di tanti altri fari del mondo, lampade storiche, macchinari, diari e tutto ciò che permetterà al visitatore di immergersi nella lunga storia delle lanterne. Un tema che richiama turisti e visitatori nei fari trasformati in contenitori culturali in altre parti del mondo, in fari che magari hanno molto meno interesse storico e architettonico del nostro. San Cataldo inoltre ha una vicenda in più: anche solo guardando l'interesse partecipativo dei cittadini del quartiere, viene da immaginare il mattino di quel 30 agosto 1904, quando lo scienziato Marconi arrivò a Bari e fu accolto in città con enorme entusiasmo. Provò qui le onde radio tra Bari e Bar e infatti l'altra parte del Museo sotto il faro racconterà proprio questa incredibile vicenda, esponendo testimonianze e radio storiche.
Un sogno che sta per avverarsi: un patrimonio della città che ha in sé la storia della Marina e non solo, che apre i suoi cancelli al pubblico. E tutti un giorno potranno ammirare quell'orizzonte azzurro di Bari dall'altro del faro: percorrere i 380 scalini fino in cima è un esercizio non solo fisico, è un'esperienza bellissima che regalerà a chi potrà uno sguardo unico su una Bari grande come un'onda infinita.