BARI - Non ha usato mezzi termini (anzi) dopo l’ennesimo insulto su Facebook da parte di un utente. Domenica Antonio Decaro, provando a smettere i panni di primo cittadino, ha perso per un attimo il solito aplomb. Era la festa dei nonni. Cosicché sul suo profilo ha scritto. «Auguri ai nonni che ci accompagnano ogni giorno nella vita, ai nonni che vivono nei nostri ricordi, ai nonni d’Italia che questo Paese lo hanno fatto e lo hanno consegnato nelle nostre mani». Tra i commenti, però, sono apparse a un certo punto le parole scritte mediante un profilo fake, poi rimosse dallo stesso mittente, che hanno fatto infuriare il sindaco. «Sei un viscido e un calcolatore. Fai davvero schifo», è stato l’attacco via social. La reazione è stata veemente: «Guardi, io ho tanta pazienza anche con i vigliacchi come lei che si nascondono dietro a un profilo falso - ha ribattuto Decaro - Le assicuro che è frustrante leggere quello che scrive ogni volta e non rispondere per rispetto verso le istituzioni che rappresento. Visto che però è domenica pomeriggio e non sto svolgendo alcuna attività istituzionale sento davvero il bisogno irrefrenabile di dirle una cosa: Vaff…».
A mente fredda, però, arrivano le scuse, più che altro alla cittadinanza. «Ho sbagliato - ha riconosciuto il sindaco alla Gazzetta - e chiedo scusa. Sono un sindaco, un rappresentante delle istituzioni e, nonostante le provocazioni, ho il dovere di non contribuire ad abbassare il livello del dibattito pubblico. Anche perché i social sono uno degli strumenti privilegiati con i quali si informano i nostri ragazzi. E guai dare loro il cattivo esempio. Detto questo, cerco di utilizzare i social media per parlare con i cittadini, informare, rispondere a viso aperto, dove possibile, anche alle critiche più dure. Perché penso sia questo il modo di instaurare un rapporto di fiducia reciproco con chi vuole parlare con me. È una operazione faticosa, ma utile e preziosa. Per questo può succedere che, di fronte a chi cerca intenzionalmente di sabotare questo dialogo, io perda la pazienza. Perché intervenire in modo scomposto come ha fatto e fa costantemente quel “signore”, per di più con un profilo fake, significa anche insultare i cittadini che da quella bacheca si aspettano risposte. Voglio però ribadire che non merito giustificazioni. Non avrei mai dovuto scendere allo stesso livello di chi mi provoca. E prometto di non farlo mai più».