BARI - La paralisi in pochissimi isolati. Tra chi impreca per essere finito in un vero imbuto, chi è costretto a fare retromarcia e chi invece decide di «svoltarla» a modo suo azzardando l’ingresso spericolato nel primo isolato pedonale di via Argiro. In modalità zig-zag tra fioriere e tavolini per guadagnare una via d’uscita. «Ma dove vai? Non vedi che è tutto chiuso?», ripete a squarciagola qualche commerciante beccandosi anche un «vaffa» dall’automobilista più esagitato.
LAVORI E CAOS - Mattinata di ordinario caos nel cuore di Bari e precisamente all’ombra di piazza Umberto. Qui da una settimana sono iniziati i lavori di sostituzione della pavimentazione lungo la carreggiata che collega la storica piazza alla nuova via Sparano, provocando non pochi disagi. E che, stando ai cartelli dei divieti su sosta e transito, dovrebbero durare sino al 6 novembre.
CIRCOLAZIONE IMPAZZITA - Ma andiamo con ordine in una sorta di mappa della circolazione. Il cantiere – dove sono in corso le operazioni di rimozione e di sistemazione delle basole, cedute in meno di 6 anni, anche se dal Comune parlano di «ordinaria manutenzione» – interessa il tratto di piazza Umberto tra via Argiro e via Andrea da Bari e più nello specifico nella parte in cui inizia via Sparano. Una sorta di muro reticolare che obbliga i pedoni a costeggiare lateralmente la recinzione. Questo tratto è chiuso alle auto, al pari di quello tra via via Beatillo e via Davanzati, dove nemmeno le transenne, trascinate dal vento e spostate all’occorrenza da qualche automobilista indisciplinato, fermano il flusso di mezzi provenienti da via Nicolò Dell’Arca (lato stazione).
Insomma, quelli che in una normale situazione di viabilità, una volta arrivati all’incrocio con via Argiro, svolterebbero obbligatoriamente a sinistra per procedere verso piazza Umberto in direzione Ateneo. E proprio qui la sorpresa: l’automobilista arrivato all’incrocio con via Argiro non può né svoltare a sinistra su piazza Umberto (per il cantiere), né a destra su via Beatillo (sia perché andrebbe in controsenso sia perché la strada è temporaneamente chiusa). Il risultato? Chi proviene dalla stazione è costretto a transitare lungo via Melo, dove anche ieri mattina si sono viste le lunghe colonne d’auto intrappolate tra i furgoni in doppia fila per lo scarico merci e i cantieri edilizi del superbonus facciate. In una sinfonia di clacson impazziti con inevitabili ripercussioni sulla viabilità delle strade limitrofe.
«Sarebbe bastato cambiare il senso di marcia su via Beatillo e permettere così alle auto provenienti dalla stazione di uscire dall’imbuto del cantiere – spiega Mino, avvocato della zona -. In Giappone ci avrebbero messo due settimane per sistemare la pavimentazione, qui invece ci vorranno quasi 60 giorni, tra operai che lavorano solo al mattino e giorni in cui non vengono».
E c’è chi giura di aver visto i ciclomotori attraversare il cantiere facendosi largo sul marciapiede. «Che dire. Ci aspettavamo tempi più rapidi per la sistemazione delle basole». Allarga le braccia il presidente del comitato Piazza Umberto, Lorenzo Scarcelli mentre cerca di chiudere le transenne all’incrocio con via Davanzati. A dir la verità i cartelli che indicano il divieto di accesso (ad eccezione di mezzi di soccorso, dell’impresa e dei frontisti) sono stati posizionati, ma sono troppo piccoli per essere letti dall’interno di un’auto. Ma disagi di viabilità a parte, questa sorta di pedonalizzazione forzata non dispiace ai commercianti. «Chissà, magari è un test di prova – è la provocazione di Scarcelli -. Sarebbe bello chiudere alle auto questi pezzi di piazza Umberto, creando un ideale prolungamento con via Argiro. Abbiamo chiesto al Comune di valutare questa soluzione. Non a caso da quando hanno chiuso questi tratti, i brutti ceffi sono spariti dalla piazza».
















