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L'Università di Bari attiva il corso di laurea in Chimica industriale

L'Università di Bari attiva il corso di laurea in Chimica industriale

 
Barbara Minafra

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Barbara Minafra

Palazzo Ateneo

Palazzo Ateneo di Bari

Ad accesso libero, è il primo per l'Ateneo e il secondo al Sud, dopo la Federico II Napoli

Mercoledì 08 Giugno 2022, 12:29

BARI - Magistrale in Chimica industriale. Dal prossimo anno accademico l’Università di Bari attiverà il nuovo corso di laurea ad accesso libero, una prima volta in assoluto per l’Ateneo e il secondo corso al Sud dopo la Federico II di Napoli. Fortemente atteso dagli stakeholders locali, sarà un biennio stressato sull’industria (tra tirocinio obbligatorio in azienda e formazione economica: dal management d’impresa ai brevetti, dai costi delle apparecchiature alla gestione delle risorse umane) e sull’ambiente (con studi mirati ai processi chimici a basso impatto, alle tecnologie per il recupero e la valorizzazione dei rifiuti, alla valutazione del rischio associato alle attività produttive).

«Vorremmo confutare l’idea che per lavorare nella chimica sia necessario andare al Nord. La Puglia è tra le regioni più industrializzate del Mezzogiorno» ha detto il coordinatore del nuovo corso Angelo Nacci, che al Campus di Bari ha presentato il piano di studi e un’offerta formativa che per la chimica in Uniba può contare su 5 corsi: le triennali in Chimica e in Scienze Ambientali (a Taranto) e le specialistiche in Scienze chimiche, Scienze dei materiali e la nuova LM-71 a cui si accede da 9 triennali.

MOTIVAZIONI  Due le motivazioni che hanno portato all’attivazione: l’importanza della chimica industriale come «settore strategico e trainante per l’economia nazionale ed europea», e il «legame fortissimo tra scienza e industria chimica». Come ha spiegato l’associato di Chimica Organica di Uniba, la chimica è «un’infrastruttura tecnologica che trasferisce innovazione, sostenibilità e competitività al Paese» e poi è «l’unica industria che condivide il nome con una scienza che non solo studia proprietà e trasformazioni della materia ma genera prodotti e tecnologie che migliorano il benessere e la qualità della vita».

ENTUSIASMO Non è un caso che il corso sia stato accolto con entusiasmo dai portatori di interesse locale. «Il chimico industriale – ha detto il prof. Nacci – è percepito come figura professionale anche più interessante del chimico teorico perché fortemente allineata alle esigenze delle aziende».
realtà pugliese E la Puglia non solo è altamente industrializzata, con i principali insediamenti tra Bari, Brindisi e Taranto, ma ha un comparto molto strutturato con 77 impianti chimici, 11 per l’industria della gomma e della plastica, 193 per i prodotti chimici, 49 per la chimica di base, 390 per i prodotti in gomma, 440 per quelli in plastica e 373 operanti nel comparto salute, prodotti medicinali e farmaceutici. «Nel nostro settore – ha detto prospettando impieghi nella filiera produttiva, in ricerca, innovazione, gestione e controllo di qualità, in area commerciale e organizzativa - le chance occupazionali sono altissime. E il comparto è in forte crescita. Ora l’ampliamento dell’offerta formativa di Uniba è una chance in più per restare a studiare sul territorio».

DATI Dai dati 2020 di Federchimica emerge che l’Italia, con un valore di produzione pari a 55 miliardi di euro è il terzo produttore chimico europeo (dopo Germania e Francia) e il 12° a livello mondiale. «Sul territorio nazionale sono attive oltre 2.800 imprese con quasi 3.800 insediamenti nei quali lavorano 112mila addetti altamente qualificati, che arrivano a 179mila se si considera la farmaceutica». Se si aggiunge l’indotto, il 4° comparto industriale nazionale dà occupazione a 270mila addetti. Se la pandemia ha messo in evidenza quanto la chimica sia strategica (ha fornito gas medicinali, reagenti e principi attivi farmaceutici, disinfettanti e tnt per le mascherine), dietro al successo del Made in Italy – calzature, abbigliamento, mobili, piastrelle ecc.. – ci sono spesso un prodotto e un’impresa chimica innovativi.

In Europa è il quarto settore manifatturiero con 1,2 milioni di addetti e con 578 miliardi di euro è il secondo produttore mondiale dopo la Cina. Per tenersi al passo, Uniba sta rinnovando anche Scienze dei materiali: «Dall’anno accedemico 2023-24 – ha detto il coordinatore e prof. di Chimica fisica Luigi Gentile - la formazione si focalizzerà su nanomateriali, biomateriali e sensoristica oltre ad avere più respiro internazionale puntando su un corso in lingua inglese».

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