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Bari, il 118 in emergenza: «Servono medici». Sempre più ambulanze con solo infermieri a bordo

 
G. Flavio Campanella

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G. Flavio Campanella

Bari, il 118 in emergenza: «Servono medici». Sempre più ambulanze con solo infermieri a bordo

Da gennaio ad aprile già 36.434 interventi da parte delle equipe

Martedì 31 Maggio 2022, 13:43

BARI - A volte è una scorciatoia. Se non trova risposte sul territorio, se le liste di attesa sono lunghe e se non può permettersi di pagare un privato, il cittadino si rivolge al Pronto soccorso e al 118. Non sempre, però, riesce nell’intento di avere un’ambulanza a domicilio, vista la scrematura a monte fatta dalla centrale operativa. Si spiega anche così la rilevante differenza fra il numero di chiamate che giungono nella sede del Policlinico e gli interventi dei soccorritori, pronti eventualmente a trasportare i pazienti nei reparti di emergenza (da dove poi, se il quadro clinico lo impone, vengono trasferiti nelle altre unità operative). L’epidemia ha inciso fortemente sulla quantità delle richieste di aiuto, superiore nel 2020 (444.799 contatti) e nel 2021 (432.421) sia in confronto al periodo pre Covid (348.540 chiamate nel 2019) sia rispetto ai primi mesi di quest’anno (121.610, con una proiezione che probabilmente porterà alla soglia delle 400mila telefonate).

VALUTAZIONE

Fra i compiti degli addetti della centrale operativa ci sono innanzitutto, dopo aver ricevuto l’istanza di soccorso, la valutazione del grado di complessità della situazione e la gestione della fase successiva, eventualmente dirottando il paziente al medico di base o al pediatra di libera scelta oppure alla guardia medica o ai punti di primo soccorso territoriale (se ci sono) quando le patologie non rivestono carattere di urgenza (per questo è fondamentale, per decongestionare il flusso, che ci si rivolga al 118 solo in casi di reali necessità non risolvibili in altro modo). Altrimenti scattano le attività di emergenza sanitaria vera e propria con l’attivazione delle equipe (116.061 interventi delle ambulanze nel 2019, 108.725 nel 2020, 110.741 nel 2021, 36.434 da gennaio ad aprile del 2022 con almeno 110 mila previsti in totale quest’anno) e, nei casi gravi, il trasporto dei pazienti nei presidi ospedalieri (sono stati 16.971 finora i pazienti che hanno poi avuto la necessità di essere ricoverati dopo il passaggio ai Pronto soccorso; 50.622 nel 2021).

SISTEMA

Non è semplice gestire il sistema del 118. Non soltanto perché in tempo reale va trovata la soluzione più idonea, sia rispetto alle condizioni del paziente sia in base alla situazione in tempo reale nei Pronto soccorso e alla disponibilità di posti letto disponibili negli altri reparti. Ma anche, se non soprattutto, a causa della penuria dei camici bianchi. Può infatti accadere che venga disposto l’intervento dei mezzi senza la presenza del medico, dopo aver valutato a priori non essere particolarmente necessario, salvo poi accorgersi di avere assolutamente bisogno di un consulto specialistico. Se non fosse che l’ulteriore attesa di un’auto medica, oltre a ritardare (con tutti i rischi del caso) la gestione del paziente, suscita la rabbia delle famiglie, determinando a volte momenti di tensione. Purtroppo, regime contrattuale (i medici del 118 sono convenzionati), carichi di lavoro gravosi (con tanti che preferiscono, appena possono, andare altrove) e nuove regole (non si può più partecipare ai concorsi per le specializzazioni e per la medicina generale lavorando per il 118) spiegano il disavanzo di organico attuale. «La presenza o l’assenza del medico sulle ambulanze - evidenziano Smi, Snami, Simet, Cgil Fp Medici e Ugs Medici - può fare la differenza tra la vita e la morte. Il problema poi si acuisce in questo periodo per l'approssimarsi dell’estate (solitamente 40% in più di chiamate - n.d.r.) con l’arrivo di tanti turisti, senza considerare la presenza di cittadini ucraini in ragione della guerra».

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