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Torre a Mare, porto insabbiato: il dragaggio è un rebus da anni VIDEO

 
Barbara Minafra

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Barbara Minafra

Torre a Mare, porto insabbiato il dragaggio è un rebus da anni

Pescatori e diportisti alle prese con fondali profondi anche soltanto 50 centimetri

Sabato 19 Marzo 2022, 07:00

14:44

Il porticciolo di Torre a Mare resta insabbiato. La bassa marea mette solo in evidenza una situazione che negli ultimi dieci anni non è mai cambiata e che difficilmente si evolverà a breve, visto che il dragaggio è ben lungi dall’essere realizzato.

pescaggio Manca il pescaggio e le barche rischiano danni a ogni manovra, soprattutto di notte. Pescherecci e diportisti. Questi ultimi, possibilmente, sono anche più a rischio perché, a differenza di chi lavora con il mare, non conoscono ogni secca e i pericoli che si corrono entrando ed uscendo da un porto a tre bracci progettato per ospitare fino a 200 natanti. Basta la spinta delle correnti o l’effetto di un vento a 5-6 nodi, una decina di chilometri orari, per arenarsi.

pericoli Ogni volta che ci si incaglia sono migliaia di euro di danni: se il motore aspira sabbia, se la chiglia si fessura, se s’inizia a imbarcare acqua. Oppure nell’urto ci si può far male, cadere in mare, si può rovesciare qualcosa. Anche il sito di promozione turistica della Regione Puglia «viaggiareinpuglia.it» mette in guardia: «Bassi fondali, porre attenzione alla secca in prossimità di Punta Penna vicino alla costa, a circa 800 metri dall’imboccatura del porto».

Di fatto però, manca un porto sicuro e se per un motivo qualsiasi fosse necessario sgomberarlo o le imbarcazioni avessero bisogno di allontanarsi velocemente, non sarebbe materialmente possibile. Le barche, persino per le lance, sono bloccate e le banchine turistiche impraticabili. Come sono fermi i motopescherecci ormeggiati dove l’acqua li lambisce appena.

Non sono solo colpiti pesantemente dal caro-carburanti, stretti fra oneri d’impresa e costi di manutenzione, ma le marinerie rischiano proprio di non poter lavorare o di doversi rivolgere ai porti vicini, con conseguenti costi aggiuntivi di ormeggio e deposito, o di gasolio per raggiungere prima un diverso punto di imbarco e poi le abituali zone di pesca. Oppure sono costrette ad adottare soluzioni di fortuna che però, oltre ad esporle a pericoli perché private delle attrezzature necessarie, le equipara a pescatori di frodo. Come dire uscire in mare, magari avere una battuta di pesca sfortunata e ritrovarsi anche con un salatissimo verbale della Capitaneria di porto pur avendo tutte le licenze e le tasse pagate.

Lo stesso problema ci sarebbe anche in caso di tempesta: una barca in difficoltà in mare aperto non potrebbe entrare in porto per ripararsi. Anzi, finirebbe al contrario per incagliarsi.

50 centimetri Per dare materialmente l’idea del problema basta dire che il porticciolo dovrebbe avere un pescaggio di circa 5 metri ma oggi ci sono punti in cui l’acqua raggiunge appena i 50 centimetri. Di fatto si potrebbe immaginare, purtroppo senza troppa fantasia, di fare una passeggiata a piedi da un molo foraneo all’altro oppure di trovare, la prossima estate, una grande spiaggia proprio dentro il porticciolo.

inquinamento Problema nel problema, noto anch’esso, è che la sabbia è inquinata da benzina e piombo. Proprio questo è uno degli ostacoli al dragaggio: la sabbia prima di essere smaltita va pulita. Ed entrambe le opere sono costose e lunghe.

I lavori del 2015 da 1,7 milioni - finalizzati al ripristino della quota di pescaggio per il transito e la movimentazione delle imbarcazioni e la rimozione degli accumuli di materiali presenti lungo le banchine del molo di sottoflutto e delle aree pedonali e pavimentate - non si sono rivelati risolutivi e la rimozione dei sedimenti marini si è dimostrata temporanea e inefficace. Per questo, lo scorso anno, era stata autorizzata la caratterizzazione della sabbia dei fondali con l’intento di individuare soluzioni durature.

manutenzione A parte la passeggiata e i lavori di recupero del molo foraneo di levante, per sistemare i danni causati dalle mareggiate e ancorare i massi, a Torre a Mare manca anche la manutenzione ordinaria delle banchine. Lotti e box sotto i ristoranti sono impraticabili per gli accumuli di sporcizia e sedimenti. Basta affacciarsi sul mare per ritrovarsi di fronte all’urgenza d’intervenire.

Ma la mancata manutenzione interessa l’intera costa sud: San Giorgio, Mola, Torre a Mare condividono il problema insabbiamento, visibile da fine gennaio persino sulla spiaggia barese di Pane e Pomodoro. Qui le isolette di sabbia in mezzo al mare, a pochi metri dalla battigia, che si accumulano per effetto delle correnti, non bloccano le imbarcazioni ma rendono ben chiaro l’impatto del fenomeno marino sulle coste del litorale sud.

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