BARI - I prossimi giorni, con la Puglia da lunedì in zona bianca, ci diranno se l'aumento dei casi di infezione coincide con l'innesco della quinta ondata. Gli esperti sono cauti, aspettano dati consolidati. Ma alcuni punti fermi che possano spiegare le cause, se non di una recrudescenza, dell'inversione della curva (stop alla discesa e tendenza verso una risalita) ci sono.
Premesso che il virus non ha mai smesso di circolare, a incidere è innanzitutto la diffusione delle varianti di Omicron, come il più contagioso lignaggio Ba2, in predicato di diventare dominante soppiantando il precedente. Poi, è acclarata una riduzione della protezione, man mano che passa tempo dalla somministrazione delle dosi. Non ci sono evidenze solide, ma pare peraltro che l'efficacia del booster sia più limitata di quanto ci si aspettasse, già a partire da pochi mesi (forse due) dalla terza iniezione. Se così fosse, ferma restando la bassa percentuale di probabilità di finire in ospedale, le possibilità di ammalarsi e anche di reinfettarsi (i casi non sono più così isolati) non sarebbero affatto trascurabili. A essere suscettibile è ovviamente ancor più chi non ha fatto il richiamo o non ha completato il ciclo vaccinale, come nel caso dei più piccoli.
PEDIATRI L'ultimo report della Asl evidenzia il superamento della soglia delle 80mila dosi somministrate ai bambini tra i 5 e gli 11 anni (quasi 44mila prime e circa 37mila seconde), ma si tratta di una percentuale ancora insufficiente per porre una barriera significativa (sostanzialmente ha concluso il ciclo la metà della platea). Tanto che i pediatri hanno notato negli ultimi giorni un innalzamento delle infezioni, spesso con sintomi. «I bambini sono perlopiù asintomatici oppure paucisintomatici - afferma Luigi Nigri, vicepresidente nazionale della Fimp (Federazione italiana medici pediatri) -. Nei casi peggiori si presentano tosse e febbre per tre giorni, ma senza complicazioni. Si può dire che li stiamo trattando come avviene solitamente con l'influenza. La differenza sta nella necessità di fare un tampone per accertare la guarigione e tornare a scuola (chi non ha più sintomi ed è negativo può uscire dall'isolamento e tornare in classe dopo 5 giorni; i compagni vaccinati possono restare fra i banchi, in autosorveglianza e con la Ffp2, anche se contatti stretti - n.d.r.). C'è però da dire che, come inevitabile, i piccini e i ragazzi sono causa di contagio anche in famiglia, soprattutto fra i non vaccinati, ma anche fra chi ha ricevuto la doppia e a volte la tripla dose».
SCUOLE Le constatazioni sul campo (che saranno sicuramente confermate dalle prossime indagini ufficiali) sono suffragate dagli ultimi riscontri dell’Epidemic center della Asl circoscritti agli istituti scolastici (sostanzialmente rispecchiano l'andamento generale). In attesa del prossimo aggiornamento, già nei primi sette giorni di marzo i casi registrati nelle scuole hanno raggiunto (con una flessione lieve in raffronto alla settimana precedente) quota 535, 488 riferiti agli alunni e 47 agli operatori scolastici, con prevalenza nelle primarie (187: 173 alunni e 14 personale scolastico), seguite dalle secondarie di secondo grado (178: 162 alunni e 16 personale scolastico), dalle secondarie di primo grado (90: 76 alunni e 14 personale scolastico) e dalle scuole dell’infanzia (80: 77 alunni e 3 personale scolastico). Nonostante le nuove regole e grazie al numero complessivamente elevato dei vaccinati (nella fascia 12- 19 anni, il 95% ha concluso il ciclo in tutta la provincia), le classi interessate da un provvedimento di quarantena sono state solo 38.
DETTAGLI Uscendo dalle aule si comprende meglio lo scenario considerando le positività complessive conteggiate nel Barese, ancorché sicuramente sottostimate, vista la riduzione netta dei test effettuati rispetto a gennaio e parte di febbraio. In attesa del computo della settimana che si conclude oggi, durante la quale la media in provincia è di 1.000-1.200 casi al giorno, nel periodo 28 febbraio-6 marzo, secondo i dati della Asl, i nuovi contagiati sono stati 6.233, con un tasso di incidenza di 506,7, in aumento rispetto ai 6.148 del 21-27 febbraio (tasso: 499,8). Andando nel dettaglio, focolai sono stati rilevati a Binetto (26 nuovi positivi con un tasso di 1.185, 6 in confronto ai 14 casi di sette giorni prima, quindi 638,4 ogni 100mila) e a Ruvo (176 nuovi infetti, tasso 706,3, rispetto a 113 e 453,5). In questi comuni non a caso sono emersi 9 contagi a Binetto e ben 38 a Ruvo nelle scuole (145 negli istituti di Bari, 54 a Corato, 48 a Molfetta, 37 ad Altamura, 34 a Coversano, tutti centri molto più popolosi). In assoluto, un incremento, ma meno significativo, si è registrato anche ad Adelfia, Capurso, Cassano, Monopoli, Rutigliano e Terlizzi. In aumento anche i nuovi positivi nel capoluogo: in città si sono infettati 1.529 residenti (tasso: 485) rispetto ai 1.349 (tasso: 427,9) del periodo precedente.