BARI - Si è concluso con un nulla di fatto l’incontro tra i sindacati e Trenitalia sul futuro degli oltre 60 lavoratori in servizio nell’Impianto manutenzione corrente di Bari.
Durante il confronto, svoltosi in videoconferenza e durato circa 6 ore, è stato confermato che, dal 13 giugno, il treno 607/614 non fermerà più nel capoluogo pugliese ma farà capolinea a Lecce, privando in questo modo l’IMC barese dell’unico convoglio che «produceva» lavoro per ferrovieri, manutentori, manovratori, magazzinieri e pulitori.
Alla dirigenza di Trenitalia i sindacati hanno rimarcato la loro «fortissima preoccupazione per l’andamento in Puglia della manutenzione rotabili DPLH (il servizio passeggeri, ndr) in termini di disorganizzazione, esternalizzazioni di attività e riduzioni della produzione “pregiata”, ossia del prodotto treno in IMC Bari».
Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil, Ugl, Orsa e Fast – si legge in una nota congiunta – hanno «chiesto certezze per il mantenimento nel futuro di tale impianto anche dal lato delle lavorazioni delle ditte di appalti e manovra, essendo rappresentanti anche di questi lavoratori», di cui la principale società italiana del trasporto ferroviario, però, sembra non voglia preoccuparsi.
Trenitalia ha infatti replicato con «risposte parziali e soluzioni volte solo a tamponare l’emorragia della produzione» che riguarda esclusivamente i propri dipendenti: la proposta è stata quella di inviare nell’impianto barese – sino alla fine dell’anno, poi non si sa - alcuni convogli che necessitano di REV2, una manutenzione particolare che richiede molto tempo, ma su cui non sono previste altre lavorazioni, prima su tutte la pulizia. Tutto questo in attesa del nuovo piano industriale che dovrebbe essere approvato entro fine 2021.
I sindacati denunciano l’assenza di «risposte sul futuro dell’impianto di Bari e, di conseguenza, anche sull’immediato destino dei lavoratori degli appalti di pulizie e manovra, ritenendo insoddisfacenti le risposte aziendali».
«Siamo sconcertati dal comportamento della dirigenza di Trenitalia – dichiarano alcuni lavoratori -. Ci aspettavamo un maggior interesse e almeno qualche chiarimento sul nostro futuro. Non siamo solo lavoratori, ma anche padri di famiglia: non sapere cosa faremo e dove andremo domani crea non pochi problemi a noi e ai nostri cari. Ci sembra assurdo che Bari non abbia più treni da manutenere e pulire. Non siamo lavoratori di serie B e meritiamo certezze e stabilità, soprattutto e ancor più in un periodo come questo, difficile per tutti».
Chiuse negativamente le procedure di raffreddamento e conciliazione, le organizzazioni di categoria si preparano a mettere in campo ogni altra azione in difesa dei 60 operai dell’IMC barese: «La Puglia – scrivono in coro – merita un trattamento migliore da Trenitalia».
L’Impianto di manutenzione corrente, IMC di Bari, sino a qualche anno fa era primo in Italia per la pulizia dei treni. È stato attivato appena 14 anni fa (nel 2007) e conta 11 binari e 2 capannoni. Negli ultimi anni nell’impianto sono stati effettuati numerosi investimenti, anche economici, di aggiornamento, messa in sicurezza e manutenzione.
I lavoratori delle ditte appaltatrici, già dal mese di luglio, potrebbero essere trasferiti, posti in cassa integrazione o in solidarietà. Totalmente incerto è il loro futuro dopo la fine del 2021: Trenitalia ha infatti fatto intendere l’intenzione di chiudere l’impianto entro questa scadenza. Per 30 di questi 60 lavoratori, a novembre, è previsto il cambio di appalto: l’azienda che subentrerà, però, potrebbe non trovare alcuna lavorazione nell’impianto barese e quindi essere «costretta» a decisioni drastiche.
















