«Il governo, il presidente della Regione, il sindaco e le istituzioni tutte ci chiedono da mesi di fare sforzi. Di tenere le saracinesche abbassate e di resistere ancora qualche settimana in attesa di riaprire. Bene, io e qualche commerciante del centro rispettiamo le regole perché con il virus non si scherza. Invece, i furbetti della pandemia, come li ho ribattezzati, continuano senza alcuna remora a lavorare come se nulla intorno a noi stesse accadendo».
Stanco, deluso e pronto a denunciare il pesante clima che si respira nel mondo del commercio barese ai tempi della terza ondata dell’emergenza Coronavirus è Michele De Palma, responsabile dello storico negozio di abbigliamento da uomo Michi D’Amato.
Ad affiancarlo alcuni colleghi che hanno deciso di raccontare lo scenario che ormai da settimane si vive nel centro cittadino. Saracinesche apparentemente chiuse o a metà. Titolari di negozi che fingono di mettere a posto scaffali e capi della stagione estiva e quelli invernali non venduti. In realtà sono pronti ad accogliere clienti che, incuranti delle regole e del rischio sanitario, decidono di acquistare la merce e persino di provarla nei camerini come se la pandemia non esistesse. Come se fosse un giorno normale in cui concedersi una giornata di shopping spensierato. «Siamo stanchi di assistere a questo indegno spettacolo che si consuma quotidianamente sotto gli occhi di coloro che hanno fatto della serietà e rispetto per il cliente uno stile di vita - tuona ancora Michele De Palma - mentre tutto il mondo continua a soffrire per questo maledetto virus c’è qualcuno che ancora non ha capito davvero cosa vuol dire ammalarsi e morir».
Intanto, sotto il profilo degli affari i dati sono più che preoccupanti. «Io come tanti altri commercianti - sottolinea Michele De Palma - abbiamo perso più dell’80% del fatturato. Abbiamo i magazzini stracolmi di merce invenduta. È una tristissima realtà. Ma, in questi mesi, non abbiamo mai cercato di trovare escamotage per vendere. Abbiamo tenuto le saracinesche abbassate rispettando le regole che ci hanno imposto. Per questo ritengo che sia assurdo continuare ad assistere a questo teatrino indecente».
Capitolo a parte meritano i controlli. «Da quando è scattata la zona rossa in molti hanno pensato di aggirare l’ostacolo in questo modo - aggiunge De Palma - i commercianti furbetti hanno continuato tranquillamente a lavorare e noi siamo rimasti con le saracinesche abbassate assistendo ad uno scenario incredibile. Clienti che si fermano dietro le saracinesche. Tirano fuori il cellulare e chiamano il proprietario. Si guardano intorno e poi s’infilano nel negozio per fare acquisti. Non è fare commercio. Io faccio questo mestiere da quando ero giovanissimo e ho sempre cercato di rispettare i miei colleghi. In questi mesi di pandemia ho cercato di fare il possibile per non lasciare i dipendenti con le tasche vuote. Spesso mi sono fatto carico dei loro stipendi perché i soldi della cassa integrazione tardavano ad arrivare». Dunque l’appello al sindaco Decaro. «Spero che qualcuno possa davvero intervenire su questa situazione. Non possono esistere commercianti seri e commercianti furbetti. Se riapertura deve essere, lo sia per tutti. Perché qui ci giochiamo tutto, le nostre vite comprese».
(foto Luca Turi)