Sabato 06 Settembre 2025 | 14:31

Policlinico Bari, non c’è più rischio legionella: chiesto dissequestro edifici

 
Massimiliano Scagliarini

Reporter:

Massimiliano Scagliarini

I sigilli furono apposti ai padiglioni Chini e Asclepios lo scorso 23 novembre, nell’ambito dell’inchiesta della Procura su quattro decessi avvenuti tra 2018 e 2020

Domenica 28 Febbraio 2021, 14:09

BARI - Negli impianti idrici dei padiglioni Chini e Asclepios esistono «numerose criticità» che «in difetto di continua manutenzione potrebbero comportare un incremento del rischio di legionella». Tuttavia dopo la riorganizzazione delle attività di monitoraggio e l’esecuzione di alcuni interventi urgenti la situazione è tornata sotto controllo: non ci sono più rischi per i pazienti.

Per questo il commissario straordinario del Policlinico, Vitangelo Dattoli, ha chiesto al gip Giovanni Abbattista di disporre il dissequestro delle due strutture: al momento il batterio killer non c’è più, ma serviranno interventi strutturali sulle reti idriche che richiedono molti mesi e molti soldi.

I due edifici sono stati sequestrati con facoltà d’uso il 23 novembre, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Bari sui quattro decessi avvenuti tra 2018 e 2020: secondo l’accusa la responsabilità sarebbe dei manager che, pur a conoscenza del problema, non sarebbero intervenuti. La richiesta di togliere i sigilli è l’ultima iniziativa di Dattoli come reggente del Policlinico, dove a partire da martedì dovrebbe rientrare il dg Giovanni Migliore cui il Riesame ha annullato l’interdizione emessa a dicembre dal gip: le linee guida anti legionella, ha scritto il Tribunale della Libertà, costituiscono soltanto raccomandazioni e lasciano «una evidente discrezionalità tecnica» a chi deve metterle in pratica. E non si può affermare con certezza che i quattro decessi siano dipesi dalla legionella, o quantomeno che l’infezione sia avvenuta al Policlinico: per un caso manca l’autopsia, per un altro il ceppo del batterio rinvenuto nel paziente è diverso da quello rilevato nella rete idrica del reparto.

E così, in una relazione di quattro pagine allegata alla richiesta di dissequestro, il Policlinico ha riassunto quanto fatto da dicembre a oggi per risolvere l’emergenza insieme agli esperti dell’Istituto superiore di sanità. Il Chini è stato svuotato dai reparti e ospita solo studi medici e ambulatori: martedì scorso è stata eseguita l’iperclorazione, il getto di cloro ad alta temperatura nella rete idrica che di norma consente di eliminare la legionella.

Ad Asclepios, dove a dicembre le analisi dell’Arpa hanno evidenziato 6 campioni oltre i limiti di legge, sono stati eseguiti interventi di «disinfezione, pulizia e flussaggio» che oggi consentono «il mantenimento della situazione di sicurezza». Ma in entrambi i padiglioni serviranno una serie di lavori, definiti «risolutivi», che sono in corso di valutazione.

Nel frattempo si procederà con i monitoraggi continui dei parametri. Ad Asclepios, che continua a ospitare degenti, i direttori dei reparti dovranno segnalare gli «eventi sentinella» (come alcune polmoniti) che potrebbero indicare infezioni da legionella. A breve sarà definito il Piano aziendale di controllo della legionellosi, messo a punto in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità, per sostituire gli attuali protocolli ritenuti carenti dalle indagini dei Nas.

Ci vorrà invece più tempo, molti mesi, per il Piano di sicurezza delle acque che la Procura di Bari contesta di non aver predisposto: è necessario «pianificare e verificare tutti gli interventi essenziali per mettere in sicurezza la rete idrica» su impianti realizzati anche mezzo secolo fa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)