BARI - Tutto esaurito nonostante il maltempo, boom di prenotazioni e locali strapieni. Seppur nei limiti del distanziamento e delle riduzioni dei coperti imposti dal Covid. Un San Valentino, però non fa primavera, dicono i ristoratori. E non solo per la neve che ha imbiancato mezza Puglia, ma perché il tempo della fioritura e della rinascita per i locali sembra ancora lontano.
Secondo le stime ad aver aperto è stata meno della metà dei ristoranti: «Non più del 40% - dice Antonello Magistà, coordinatore provinciale Fiepet Bari (Federazione italiana esercenti pubblici e turistici) - molti hanno preferito restare chiusi perché temono di nuovo restrizioni. Chi ha aperto ha lavorato perché ci sono state tantissime richieste. La gente ha voglia di uscire e questo è positivo, ma una nuova chiusura creerebbe, per chi ha riaperto, danni incalcolabili». Lo stesso Magistà, titolare dello stellato «Pashà» di Conversano, non ha ancora riavviato l’attività. Nei giorni scorsi ha inviato una lettera al neo premier Draghi sottoponendogli tre urgenze: il problema dei dipendenti in grosse difficoltà per non aver ancora ricevuto la cassa integrazione di novembre; nuovi oraridi apertura serale almeno in zona gialla stabiliti secondo un criterio di georeferenziazione, considerando importanti differenze nell’organizzazione della giornata lavorativa tra nord e sud e la questione ristori arretrati senza i quali molte attività non avrebbero la forza di riaprire e ripartire.
«Il 50% dei locali pugliesi apre solo di sera - dice Gianni Del Mastro del direttivo di Passione Horeca - per questo finché alla zona gialla non sarà associata l’apertura serale non risolveremo i nostri problemi. Serve questo e l’arrivo dei ristori». Il suo locale «Gin&Praio» in piazza Mercantile ieri ha fatto il tutto esaurito, come molti ristoranti di Bari, seppur un «sold out» dimezzato dalla necessità di rispettare il distanziamento e quindi ridurre i coperti: «Ma siamo angosciati dal rischio di tornare arancioni fra qualche giorno - ammette - Un nuovo stop and go sarebbe mortale per molti. Continuando così arriveranno all’estate il 50% dei locali».
San Valentino però ha aiutato: «È uno dei momenti di socialità più elevata - dice Del Mastro - ma se non fosse capitato di domenica i locali sarebbero stati deserti perché a pranzo lo sono sempre, a causa dello smart working». Tutto esaurito anche al «Gola Gourmet Bistrot» dove i 50 coperti a disposizione dei clienti erano tutti occupati. E se il brutto tempo ha fermato chi arrivava da fuori città, tanto che in mezza giornata il locale si è trovato con tutte le prenotazioni disdette causa maltempo, in men che non si dica ha rifatto il tutto esaurito con prenotazioni baresi. E tutti hanno gradito un menù di san Valentino particolare con un pizzico di peperoncino nel primo piatto: «I nostri clienti ci hanno riempito di affetto e di sostegno - dice Maurizio Mastrorilli, tra i responsabili di Movimento Impresa - Speriamo che il governo cambi passo nella gestione del settore della ristorazione e che San Valentino non sia solo una goccia nell’oceano. I guadagni di questa giornata non risolvono mesi di lockdown e di restrizioni». Ma almeno scaldano il cuore, infreddolito dalla neve della tempesta della pandemia che ha piegato le forze del settore. Per scaldare la ripartenza dell’economia ci vorrà però ben altro.