BARI - Il lamento di Aiace rappresentata dal drammaturgo greco Sofocle nel 442 avanti Cristo, è tornato a fare rumore.
Grazie all’opera certosina del ricercatore cassanese Lorenzo Sardone, è ritornato alla luce un pezzo di storia celato per numerosi secoli. Attraverso la ricomposizione di frammenti di un antico papiro, Sardone ha ricostruito i versetti 44 e 454 dell’antica tragedia. Dai preziosi reperti conservati presso la Biblioteca universitaria di Gent in Belgio, lo stesso Sardone è riuscito a ricavare la presunta data del testo che risalirebbe al VI secolo dopo Cristo. Con ogni probabilità il testo classico era custodito da uno studente dell’epoca o da un erudito egiziano interessato alla cultura greco-latina pur in un periodo di dominio arabo. Il prezioso reperto è parte del Fondo Bidez che comprende oltre 60 testi recuperati in Egitto e conservati, appunto, nella Biblioteca universitaria di Gent dal 1927. Finora nessun ricercatore era riuscito a comporre e decifrare gli storici frammenti elaborati nella specifica scrittura libraria.
Il merito del trentenne cassanese Lorenzo Sardone è il risultato di anni di studio e dedizione. Studente del Liceo scientifico di Cassano, Sardone ha conseguito la laurea triennale in Lettere presso l’Università degli Studi «La Sapienza» di Roma (110 e lode) dove è risultato vincitore dei «Percorsi di eccellenza». A seguire, ha ottenuto la laurea magistrale in Filologia, Letteratura e Storia del Mondo Antico (bissando 110 e lode) sempre presso l’ateneo della capitale; Il diploma del corso di Paleografia Greca presso la Scuola Vaticana di Paleografia, diplomatica e archivistica (30 e lode); dottore di ricerca in Filologia e Storia del Mondo Antico presso il Centro universitario «La Sapienza». Oggi è studente Post-Doc presso la Scuola superiore di studi storici dell’Università di San Marino, in virtù di una borsa di dottorato in Scienze Storiche.
Per il filologo cassanese Lorenzo Sardone «le sorprese della storia non finiscono mai», è il suo mantra. Il concetto è rafforzato dalla illustre ricostruzione derivata da attente ricerche e approfondimenti.
Tra il mondo della cultura pugliese e la antica Repubblica di San Marino c’è ormai un cordone ombelicale consolidato. Infatti a capo del Dipartimento di Studi Storici figura l’illustre filologo barese Luciano Canfora, e il rettore della locale Università è Corrado Petrocelli, già per lunghissimi anni a capo dell’ateneo barese.
Comunque, per Sardone qualche enigma è ancora da chiarire, per esempio la «forma» del libro: «Nell’Egitto greco-romano - precisa il giovane ricercatore cassanese - esistono due forme di libro, cioè il rotolo e il codice, che è la forma più moderna. Per il materiale a disposizione è molto difficile capire a quale forma appartiene questo testo».
Inoltre, le scarse tracce del genio di Sofocle emerse dalle sabbie egiziane complicano il cammino: «Il numero di reperti sofoclei riemersi dalle sabbie dell’Egitto - spiega ancora Sardone nell’articolo scientifico che illustra il suo studio - è alquanto modesto». Chissà, però. Di certo la risonanza internazionale del suo lavoro scatenerà la curiosità di altri ricercatori e storici che ne potranno beneficiare.
La tragedia si sviluppa sul dramma di Aiace Telamonio. Morto Achille, i capi dell’esercito greco Agamennone e Menelao affidano le armi del defunto Achille a Odisseo. Aiace, re di Salamina e cugino di Achille, rivendicava l’eredità delle armi di Achille in quanto si considerava il più simile a lui in forza e valore bellico. Rimasto accecato da Atena e in preda alla collera, Aiace ammazza buoi e montoni degli Achei invece dei compagni. Rinsavito e in preda alla vergogna, Aiace vuole rimediare con il suicidio e nonostante la moglie Tecmessa e il fratello Teucro cerchino di dissuaderlo, egli, rifugiatosi in solitudine si ammazza con la spada di Ettore. Teucro vuole rendere omaggio al fratello con una degna sepoltura ma Menelao e Agamennone non lo consentono e solo dopo l’intervento decisivo di Odisseo termina la disputa.