BARI - Nei saloni per le conferenze spesso capita di dover far sparire i tavoli per far spazio alle sedie. Oppure accade di avere la necessità di trasformare un auditorium in una sala prove con più ambienti separati. La sfida dei luoghi fluidi polifunzionali e dei componenti di arredo da smontare e da riaassemblare, come fossero i mattoncini delle costruzioni Lego, sono alla base del progetto che porta la firma del collettivo «Artifugio» che ha sede all’interno di Spazio 13, il contenitore di innovazione attrezzato dal Comune nel quartiere Libertà e abitato da associazioni e cooperative di giovani.
«Ci stiamo per costituire in società - racconta Gabriele Stingi, architetto 33enne - per portare avanti il progetto Modulab. Non si tratta di creare, soltanto, mobili con oggetti stampati in 3D per tenere insieme i pannelli di legno, ma di un’occasione per fondere le capacità dei miei compagni di avventura».
Nel laboratorio di falegnameria allestito in via Crispi si fanno modelli in 3D, si recuperano i vecchi banchi dismessi dalle scuole per realizzare, con i piani di appoggio, le cucce per i cani, si dà forma ai prototipi di morsetti fabbricati con materiali ecosostenibili, quindi con bioplastica, utili a scomporre e ricomporre scrivanie, tavoli, librerie, armadi.
Il sogno è quello di fare concorrenza alla multinazionale svedese del fai-da-te e rendere ogni volta differenti gli spazi multifunzionali da arredare con panelli personalizzati attraverso la serigrafia, una delle tecniche di stampa più conosciute. Impresa non facile, ma i giovani artigiani ci credono.