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matteo diamante
20 Gennaio 2021
MOLFETTA - Piccoli teppisti in azione. Grave fenomeno sociale a Molfetta nei pressi della stazione. L’allarme di un genitore. L’età di quelle che passano sotto il nome di «baby gang» scende in modo sempre più allarmante. Non più soltanto adolescenti, ma veri e propri bambini, tali soltanto per età anagrafica. È quanto si sta verificando a Molfetta, dove una baby gang composta da diversi elementi di età compresa tra gli 8 e i 10 anni terrorizza chiunque si trovi a passare dalla zona circostante la stazione ferroviaria e il sottopasso che collega il centro con i quartieri di nuova espansione.
È l’allarme sociale lanciato da un genitore, il cui figlio domenica scorsa è stato vittima inconsapevole delle scorribande di altri ragazzini.
Un fenomeno sempre più frequente, soprattutto in quella particolare zona di Molfetta, su cui le forze dell’ordine sono al lavoro dopo la segnalazione della madre del ragazzo aggredito domenica scorsa.
«Erano da poco trascorse le 19 quando ho visto rientrare mio figlio, di diciotto anni, spaventato e allarmato - racconta il genitore - il quale mi ha immediatamente messo a conoscenza del grave episodio che si era appena verificato. Aveva appena accompagnato la sua fidanzatina dall’altra parte di Molfetta, nei pressi del palazzetto “Don Sturzo” e, mentre rientrava a casa, attraversando il sottopasso ferroviario, è stato aggredito da un gruppo di ragazzini, con il più grande che non aveva più di dieci anni».
A preoccupare la madre del ragazzo aggredito è proprio la violenza fisica e verbale con cui dei piccoli teppisti hanno affrontato senza timore una persona molto più grande di loro.
«Mio figlio è stato accerchiato, insultato, aveva la giacca con chiari segni di calci ricevuti - ha proseguito la madre allarmata -, alla fine è riuscito a divincolarsi e a scappare. Era una vera e propria gang, in quanto sono riusciti a chiamare rinforzi. Altri bambini (perché solo così posso definirli) sono accorsi a sostegno di una organizzazione che sembrava ben strutturata».
Dunque piccoli, ben organizzati, che facilmente sfuggono all’attenzione delle loro famiglie, in un periodo di emergenza dove lo «stare a casa» dovrebbe essere un ordine più che un’opzione. «C’è tutta una questione sociale che andrebbe approfondita - ha proseguito la madre del diciottenne aggredito -. I primi da denunciare a mio avviso sono i genitori che, in piena zona arancione, permettono a ragazzini di trovarsi e assembrarsi, al di là della violenza subita. Cosa sarebbe potuto accadere se al posto di mio figlio ci fosse stata una donna, un anziano o un diversamente abile?».
Le forze dell’ordine sono già al lavoro per acquisire i filmati di sorveglianza prossimi al sottopassaggio ferroviario. Tutto questo perché l’episodio descritto non è un caso isolato. In un’altra circostanza la baby gang sarebbe stata già individuata dalla Polizia locale, così come è stata segnalata un’altra banda di teppisti poco più che adolescenti che si aggirano nella stessa zona.
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