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Bari, 600 malati in attesa di intervento, la denuncia: «L'Asl Bari riapra le due sale operatorie al Di Venere» 

 
Redazione on line

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Bari, in ospedale Di Venere positivi al Covid 3 medici e un'ostetrica

Secondo il sindacato ci sono oltre  600 pazienti gravi che attendono di essere operati

Giovedì 10 Dicembre 2020, 16:30

17:49

BARI - In primis ci sono i malati oncologici, poi ci sono quelli affetti da altre gravi patologie che sono costretti a rinviare un appuntamento che potrebbe rivelarsi determinante. Una situazione che si estende a macchia di leopardo e che in queste settimane vede chirurghi e specialisti alle prese con continui rinvii delle agende di prenotazioni, alimentando le preoccupazioni di chi vede appesa a un filo la propria sorte.

A cause dell'emergenza Covid, ricordiamo, la Regione ha sospeso l'attività in elezione (c.d. ordinaria) per reperire spazi per i malati di Covid. Tutto ciò ha provocato inevitabilmente una riorganizzazione degli spazi nelle varie strutture, alcune delle quale rinconvertite cancellando letteralmente ancluni reparti.

Uno dei casi segnalati è quello dell'ospedale Di Venere per il quale il segretario nazionale dell'Usppi, Nicola Brescia - lancia un appello affinchè l'Asl Bari riapra le due sale operatorie».

«Non  è possibile attendere ancora - spiega Brescia - visto che ci sono oltre  600 pazienti gravi che attendono di essere operati».

L'obiettivo, secondo il rappresentante dell' Usppi, è abbattere le liste d'attesa degli  interventi    chirurgici. «Oltre al Covid, ci sono pazienti  affetti da altre malattie - aggiunge il sindacato - che dall'inizio della pandemia continuano a non poter avere la dovuta attenzione e tempestività a causa dell'evolversi della propria patologia o per i ritardi ad eseguire accertamenti strumentali, visite specialistiche  ambulatoriali  in tempi  accettabili  o per  mancanza  di posti letto»

Da qui  l'appello  alla riattivazione  delle  due sale  operatorie.  «L'apertura-  conclude - consentirebbe  ulteriori sedute  ai chirurghi e  snellirebbe le infinite  liste  d'attesa evitando aggravamenti  di patologie  già diagnosticate  e gravi».

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