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Bari, San Nicola va in quarantena: niente festeggiamenti, cancellati riti e folklore

 
Antonella Fanizzi

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Antonella Fanizzi

Bari, San Nicola va in quarantena: niente festeggiamenti, cancellati riti e folklore

foto d'archivio (Luca Turi)

Sarà il comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico a decidere se le celebrazioni si svolgeranno a porte chiuse

Giovedì 19 Novembre 2020, 09:15

L’indicazione, con il dolore nel cuore, è quella di serrare il portale del tempio romanico, voluto dall’Abate Elia proprio per ospitare le reliquie del santo arrivate da Myra. Ma sarà il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza a definire nei dettagli le modalità di svolgimento della festa, a patto che di festa si possa comunque parlare. La conferma arriva dal direttore generale del Comune, Davide Pellegrino: «Ho sentito il priore dei Domenicani che sono i custodi della Basilica. Padre Giovanni Distante è molto preoccupato. Quest’anno il 6 dicembre, ricorrenza che per i baresi suona come un richiamo potentissimo alla devozione, cade di domenica. Se non ci saranno restrizioni, non sarà possibile fronteggiare gli assembramenti. Il priore non esclude di dover essere costretto ad assumere decisioni drastiche, perché c’è la consapevolezza che le liturgie, insieme ai riti legati alla fede, interferiscono con tutto ciò che ruota intorno alla figura di San Nicola».

In base alle disposizioni in vigore, con il divieto di spostarsi da un comune all’altro, a vivere il mix di sacro e profano che contraddistingue il 6 dicembre potrebbero essere soltanto le persone residenti in città. Affluenza dunque limitata, ma non al punto tale da fermare i possibili contagi. In occasione della festa del patrono, il dedalo di viuzze della città vecchia, trasformato in un emporio all’aperto dove si vende di tutto, si riempie dell’odore della frittura delle sgagliozze e di quello della cioccolata calda. Come fare, allora, a gestire la preghiera individuale di migliaia di donne e uomini richiamati dalla potente eco nicolaiana? È quello che dovrà stabilire il Comitato per la sicurezza, che a giorni sarà chiamato a riunirsi in Prefettura.

Nel frattempo si fanno strada altre ipotesi. Due messe, una alle 5 e l’altra alle 18, per un numero massimo di un centinaio di fedeli, inclusi il sindaco e le autorità civili e militari: l’accesso dovrebbe avvenire dalla porta laterale che si affaccia sul cortile interno della Basilica. E poi il piazzale transennato per accogliere al massimo 250 persone, in concomitanza con le liturgie. E le celebrazioni trasmesse in diretta, così come avvenuto per la sagra di maggio scorso, già funestata dal Covid. Tracce di lavoro che sembrano però destinate a infrangersi contro il muro di divieti che dovrebbero scattare anche in questa occasione, per tutelare la salute pubblica.

Impossibile pensare di poter disciplinare migliaia di fedeli, pronti a inginocchiarsi davanti alla tomba del santo taumaturgo, che si trova nella cripta. Impossibile pensare di arginare la marea umana che ogni anno, all’alba del 6 dicembre, si riversa nel borgo antico. E c’è inoltre da capire cosa potranno fare i residenti, se almeno a loro sarà concesso di omaggiare, da vicino, San Nicola. Quesiti a cui potrà fornire risposte il Comitato per l’ordine pubblico.

San Nicola, un simbolo potente dell’identità religiosa cristiana, il santo che unisce, che accoglie, che placa, il patrono che richiama pellegrini da terre lontane, anche nell’aspro coprifuoco nel quale siamo confinati, è soprattutto il patrono dei baresi. Fa male dover pensare che la festa, al pari della sagra di maggio, rischia di essere archiviata a causa del coronavirus. Il sindaco ha già annunciato che di sicuro non ci saranno i concerti, gli spettacoli, la calca per l’accensione dell’albero, la cioccolata calda, le processioni, i mercatini sulla Muraglia, l’aperitivo con la musica il giorno della Vigilia di Natale. Anche questo 6 dicembre sarà ricordato per le assenze: dovrà assumere una dimensione di preghiera intima e non di un rito collettivo. L’immagine della Basilica con il portale chiuso lacera chi crede in un dio superiore e chi crede negli uomini. La pandemia rischia di far vacillare ogni certezza.

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