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Bari, «I nostri figli senza scuola e senza alcun tampone»

 
RITA SCHENA

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RITA SCHENA

Bari, «I nostri figli senza scuola e senza alcun tampone»

Alla Montello la protesta delle mamme: noi informate solo via chat

Mercoledì 04 Novembre 2020, 15:48

Iniziative fai da te contro il coronavirus finché un gruppo di mamme non si stufano e decidono di prendere di petto la situazione. È quello che è successo ieri mattina alla scuola dell'infanzia «Montello», dove alcuni genitori hanno preteso che i loro figli rientrassero in classe, nonostante nei giorni scorsi ci sia stato un caso di positività al Covid tra uno dei genitori.
«Tutto ha inizio nella chat di classe la sera del 23 ottobre – spiega una mamma fuori dall'Istituto dopo aver appena lasciato il bambino in classe -, un genitore ci scrive che è risultato positivo e che di conseguenza si mette in quarantena fiduciaria, compreso il bambino compagno di classe dei nostri figli. In pratica i nostri bambini fino a poche ore prima erano stati tutti insieme. Aspettiamo che la scuola ci dica il da farsi, intanto decidiamo autonomamente di tenerci a casa i piccoli e di stare anche noi in casa. Passa il lunedì, passa il martedì, nessuno ci dice nulla, le informazioni le abbiamo solo dal genitore positivo che sempre via chat ci avvisa che anche il bambino è intanto risultato positivo al Covid. Chiediamo se noi o i nostri figli ci si debba sottoporci al tampone, ma non abbiamo risposta né dalla scuola, ne dalla Asl alla quale alcuni di noi provano a chiamare».

Bambini e genitori restano tutti in casa, mentre la chat delle mamme diventa ogni minuto che passa più incandescente. «Se avessimo avuto la possibilità di farci tamponi o qualunque tipo di analisi, avremo visto subito se il contagio si era allargato o meno – sottolinea un'altra mamma – invece niente, come non esistessimo, nessuna comunicazione ufficiale. Tutti i nostri bambini stanno bene, nessun sintomo e neanche noi. A me il pediatra ha risposto che senza sintomi non poteva fare nessuna segnalazione, che tutto dipendeva dalla scuola e io non ho trovato un laboratorio di analisi che potesse farmi un tampone anche privatamente».
I giorni passano e con loro una intera settimana in cui i bambini non vanno a scuola, finché il 31 ottobre arriva una comunicazione da parte del dirigente scolastico. «Praticamente le uniche notizie che riusciamo ad avere arrivano dalla chat – spiega una mamma – immaginate un po' il delirio. Il genitore positivo al coronavirus era stato contattato dalla dirigente se poteva scrivere che era positivo. Sulla base di questa “autodichiarazione”? Poi è stata mandata la lettera a tutti noi».

La comunicazione ufficiale del 31 ottobre infatti fa specifico riferimento a che: «un genitore ha segnalato per iscritto che il proprio figlio frequentante la scuola dell'infanzia è risultato positivo al test per Sars-CoV-2; che il 23 ottobre è stato l'ultimo giorno di presenza del piccolo in classe e che secondo quanto stabilito dal Dipartimento di Prevenzione si deve provvedere alla quarantena per gli alunni ed il personale scolastico che sono stati a contatto stretto con il caso. Di conseguenza si consiglia ai genitori di far osservare ai bambini il cosiddetto isolamento domiciliare fiduciario almeno fino a domenica 8 novembre».
La lettera fa uscire letteralmente fuori dai gangheri le mamme. «Ci impongono due settimane di chiusura in assenza di qualsiasi controllo – dice una signora -. In pratica scaricano su noi tutto».
La ribellione corre lungo la chat e ieri un gruppo di genitori si presenta a scuola pretendendo che i loro figli possano rientrare.

Dalla scoperta della positività del genitore sono passati 11 giorni e in assenza di alcun dato chiedono a gran voce che la didattica riprenda. «Ma le due maestre sono in malattia, così in fretta e furia riescono a trovare una supplente, una maestra prestata da un'altra classe. I nostri figli vengono ammessi in classe, ma con tutte le finestre aperte. Li hanno trattati come degli appestati, quando sono solo vittime di una totale inefficienza».
Il raid delle mamme sortisce comunque un effetto. Ieri stesso la dirigente scolastica fa girare una nuova comunicazione che riprende la disposizione del Dipartimento di Prevenzione e igiene della Asl Bari: viene revocato l'isolamento fiduciario della classe e «le attività educative-didattiche riprendono regolarmente in presenza a partire dal 3 novembre».
«Grazie a noi mamme e a quanto abbiamo strepitato, altrimenti saremo ancora tutti chiusi in casa», conclude una signora mentre si allontana da scuola.

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