MOLA DI BARI - Manca il personale e per questo l’attività dell’ambulatorio infermieristico aperto un anno fa negli stessi ambienti del Punto di primo intervento, in via Russolillo, è stata ridotta da 5 a 2 giorni la settimana. La notizia è stata resa nota dalla direzione del locale Distretto socio sanitario: «L’attività dell’ambulatorio infermieristico di Mola di Bari è ridotta a due giorni la settimana, il mercoledì e venerdì, per contrazione del personale infermieristico dedicato. In ogni caso, vengono assicurate le medicazioni richieste dallo specialista di Chirurgia vascolare presente nel poliambulatorio, mentre per quanto riguarda il triage (è la procedura seguita per consentire l’accesso, degli utenti e del personale, alla struttura sanitaria; ndr) questo viene assicurato dal personale infermieristico che affianca gli specialisti ambulatoriali e provvede anche alla sanificazione degli ambulatori, tra una prestazione e l’altra».
La riduzione del servizio al Pta (Presidio territoriale di assistenza) di Mola ha riportato l’attenzione sulla necessità, avvertita da anni dai cittadini, di dotare il territorio di un servizio di emergenza-urgenza strutturato (i pronto soccorso più vicini sono il San Giacomo di Monopoli e il Di Venere di Bari-Carbonara, spesso intasati) fisso e continuo, ovvero del ripristino del Punto di primo intervento territoriale o della più volte annunciata Casa della salute gestita da medici di base e pediatri di libera scelta. «La città rivuole un presidio stabile di primo accesso all’emergenza-urgenza - ribadisce Vittorio Farella, portavoce del comitato civico - È trascorso appena un anno dall’apertura e l’ambulatorio ha già ridotto a due soli giorni la sua attività al pubblico. Eppure quella doveva essere una forma di risarcimento, da noi fortemente confutato, a fronte della chiusura del Punto di primo intervento, avvenuto esattamente due anni fa. Ci piace a questo punto ricordare anche che il direttore generale della Asl Bari, Antonio Sanguedolce, dichiarò in occasione dell’attivazione dell’ambulatorio, che si restava in attesa della strutturazione di una équipe di medici di base che assicurasse le prime prestazioni mediche per interventi minimi, da codice bianco, nonché prestazioni post-cure ospedaliere e diagnosi primarie. Si parlava di tempi relativamente brevi. Ma di tutto questo non c’è riscontro». In questo momento, l’Azienda sanitaria metropolitana è, in realtà, alle prese con la gestione degli organici per far fronte anche all’emergenza Covid. Il timore, palesato dalle autorità sanitarie in queste ore, riguarda il numero dei casi: se aumenteranno, aumenterà di pari passo la richiesta di personale sanitario.