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Altamura, orari «nordici» per i negozi: ecco l'idea anticrisi

Altamura, orari «nordici» per i negozi: ecco l'idea anticrisi

 
Onofrio Bruno

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Onofrio Bruno

Altamura, orari «nordici» per i negozi: ecco l'idea anticrisi

La rivoluzione di Confcommercio: dall'inizio della pandemia in città oltre 300 casi

Martedì 20 Ottobre 2020, 12:41

Quanto durerà la convivenza con il coronavirus? È questa la «madre delle domande». Rincorrere i Dpcm, con le regole finalizzate a contenere il contagio, può rivelarsi un esercizio faticoso e inefficace se volta per volta le disposizioni dovessero essere modificate o rese più restrittive. Con l’emergenza sanitaria s’impone un cambiamento delle abitudini di vita per consentire di conciliarle con il regolare svolgimento delle attività lavorative.

Una prima proposta è stata lanciata dalla Confcommercio di Altamura per anticipare gli orari di apertura del settore della ristorazione che in questa fase è quello al centro delle attenzioni del Governo per la necessità di limitare i contatti.
L’Italia non è una, quanto ad abitudini di vita e a orari degli esercizi commerciali. Il settore della ristorazione della Confcommercio di Altamura non vuole stare a guardare. Le regole si rispettano, quindi occorre adeguarsi a questi tempi difficili. Così la presidente della sede di Altamura, Tonia Massaro, spiega l’idea. «Ci siamo chiesti - dice - ma perché non proviamo ad anticipare le aperture di pomeriggio e di conseguenza anche le chiusure serali di tutte le altre attività diverse da quelle di ristorazione, al fine di poter chiudere massimo alle 19,30-20 e avere il tempo di dedicarci un po’ di più alla famiglia, al tempo libero, allo sport, al divertimento, avendo così la possibilità di uscire comodamente e di andare a cena fuori senza fare tardi come siamo purtroppo abituati a fare, costretti dagli orari assurdi che ora facciamo? È vero anche - rimarca Massaro - che noi qui al Sud non siamo ancora strutturati per fare orario continuato in tutte le aziende e il tempo pieno a scuola, ma da qualche parte dobbiamo pur cominciare, allora iniziamo anticipando di un’ora gli orari pomeridiani di apertura e chiusura di tutte le attività e proviamo a fare un esperimento».
«Siamo consapevoli - sottolinea ancora la presidente della Confcommercio cittadina - che per fare ciò ci vorrà un atto di coraggio ma crediamo che quest’atto di coraggio sia oggi più che mai necessario per raggiungere almeno due obiettivi». Quali? «Cercare di non far pesare queste restrizioni solo sulle attività della ristorazione e del beverage le quali subirebbero gravi danni economici che inevitabilmente si ripercuoterebbero su tutta l’economia della città; soprattutto migliorare notevolmente la qualità della vita di tutti, con ripercussioni positive sia sociali che economiche per tutta la cittadinanza. Forse qualcuno ci prenderà per folli e visionari - ammette - ma noi ci auguriamo che Altamura abbia altri folli e visionari come noi pronti ad attuare questa rivoluzione epocale».

Perplessità vengono espresse dalla Confconsumatori. «Sembra troppo ambizioso e repentino pensare ad anticipare chiusure di negozi - afferma il presidente Michele Micunco - in funzione principalmente di un settore come quello della ristorazione. Dimentichiamo che Altamura ha non meno di 5.000 pendolari giornalieri cui sarebbe reso complicato poter semplicemente fare una banale spesa e non solo. Pur apprezzando lo sforzo di sostegno alla categoria dei ristoratori altamurani, ritengo personalmente la proposta della Confcommercio difficilmente praticabile nel breve periodo».
Finora le prime sperimentazioni non hanno dato l’esito voluto. Alcuni ristoranti e pizzerie hanno fissato due fasce orarie, la prima inizia alle 20, la seconda alle 22. Ma le prenotazioni si concentrano nella seconda.
Per la sindaca Rosa Melodia è un tentativo che comunque va fatto. «Per salvaguardare l’economia cittadina - sottolinea - bisogna cominciare e avere la capacità di adeguarci».

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